Internazionalizzare o puntare al mercato italiano? Il classico dilemma delle imprese, soprattutto quando la crisi comprime da anni i consumi interni. In attesa che il segno più torni stabilmente a dare fiato alla produzione, per alcuni guardare all’estero è stata una scelta quasi obbligata per sopravvivere, mentre per altri è la logica prosecuzione di un cammino iniziato molto tempo fa.

È la strada che Grafiche AZ, piccola impresa veronese di San Martino Buon Albergo specializzata nella stampa offset di libri per bambini e ragazzi, percorre da quando è nata, nel 1971. “Quando mio padre spiegava di voler puntare sull’estero non lo prendevano sul serio” , dice Leonardo Aldegheri, figlio del fondatore Giorgio e oggi responsabile del marketing e delle vendite . “Invece anche se siamo dei moscerini, abbiamo dimostrato di poter essere competitivi ovunque, tanto che esportiamo l’85% della produzione e lo sviluppo fa segnare una crescita a due cifre”.

Tra i principali clienti stranieri, Grafiche AZ può contare sulla casa editrice francese “L’Ecole des Loisirs”, che pubblica da cinquant’anni letteratura per l’infanzia. Ogni anno, a partire dagli anni Sessanta, l’azienda veronese realizza decine e decine di titoli (nel 2014 sono stati una novantina) anche di grande formato e con lavorazioni molto particolari. Per la londinese Andersen Press la produzione raggiunge la quarantina di libri l’anno: grazie a un’amicizia rafforzata da qualità e rapidità di esecuzione, Grafiche AZ è oggi l’unico fornitore europeo ufficiale.

Il successo segue molte vie, alcune anche sorprendenti. Come la richiesta arrivata da Los Angeles qualche mese fa: realizzare un volume per un’attrice americana diventata produttrice e scrittrice di libri per ragazzi. Insoddisfatta dello stampatore cui si era affidata in Malesia, Elizabeth Gorcey (che aveva esordito in Footloose) aveva chiesto un’alternativa di qualità alla designer canadese Robin Mitchell. Di qui alla periferia industriale di Verona il passo è stato lungo ma diretto.

“Green is good” sarà il secondo libro di una serie che l’attrice-scrittrice sta dedicando ai bambini alla scoperta del pianeta, dopo il titolo d’esordio “Going to the park”. Per l’azienda italiana è una produzione tipica: sottile, curato, rifinito con una mezza tela sul dorso che sarà stampata a caldo con la tecnica hot foil impressing, grazie a una macchina con cliché di ottone che trasferisce tramite il calore la pigmentazione dalla pellicola al tessuto. Il cliente si attende un’altissima resa cromatica per restituire sulla carta porosa la delicatezza dei colori scelti dagli illustratori.

“Per adesso ci occuperemo di stampa e confezione, ma la serie dovrebbe continuare e noi ci stiamo attrezzando per essere candidati a produrli tutti”, sottolinea Aldegheri. Finalmente anche gli Stati Uniti si rendono conto che la qualità italiana è molto superiore a quella che sono abituati a trovare nel Far East. In realtà ad esempio i cinesi ormai non sono più solo economici ma di bassa qualità, sono diventati bravi. Però offrire una stampa di qualità artigianale pur mantenendo un livello di produzione industriale rimane una prerogativa delle aziende italiane”.

La formula della “boutique globalizzata” insomma funzione: porta valore al brand delle imprese e fa girare la produzione, anche se i numeri non sono altissimi. Soprattutto è il segnale che c’è un mercato potenzialmente enorme a disposizione delle aziende che sanno coniugare qualità ed efficienza, un prezzo concorrenziale e quell’insieme di serietà, eccellenza e tradizione che va sotto il nome di made in Italy.

“Forse è proprio questo che piace all’estero: salvaguardiamo i nostri valori e le competenze e le persone che lavorano con noi sono il nostro vero patrimonio”, dice Aldegheri. Non a caso al vertice di Grafiche AZ ci sono anche Michele Oliboni, amministratore unico e genero di Giorgio Aldegheri, e Daniele Armano, figlio dell’altro fondatore Franco, il “genio” tecnico dell’azienda.