Si allungano i tempi, in precedenza fissati per il mese scorso, per far ripartire le rotative delle Arti Grafiche Amilcare Pizzi, la storica azienda milanese acquistata e salvata dal gruppo Pozzoni. Il comunicato con cui la Elcograf, società che fa capo al gruppo di Cisano Bergamasco, annunciava di essere “orgogliosa di avere portato a termine l’acquisto delle Arti Grafiche Amilcare Pizzi” era arrivato circa a metà marzo. E da allora, tenendo conto dei tempi tecnici legati ai passaggi societari e amministrativi, la nuova proprietà, d’accordo anche con i sindacati – soddisfatti per il riassorbimento di 56 dipendenti che altrimenti avrebbero rischiato di perdere il posto di lavoro – ha iniziato i lavori di manutenzione alle macchine per farle tornare in produzione.
Lavori però che sono andati più a rilento del previsto e dovrebbero vedere la ripartenza della produzione forse entro la fine di giugno. L’accordo raggiunto da Pozzoni prevedeva di rilevare solo il reparto rotooffset composto da quattro macchine, due Manroland Lithoman a 64/80 pagine, una KBA a 48 pagine e una 16 pagine sempre KBA. Ad ora è stata completata la rimessa a punto di una delle due 64 mentre per l’altra occorreranno ancora una o due settimane. Più incerta invece la ripartenza della 48 pagine la cui manutenzione è di fatto bloccata in attesa che le Officine Grafiche Novara 1901 (conosciute sul mercato con il marchio commerciale Deaprinting), che avevano l’anno scorso preso in affitto proprio la Pizzi (operazione finita anzitempo) rimuovano alcune linee di uscita robotizzate per rimettere quelle montate in precedenza dalla Pizzi. A rendere più faticosi i lavori di manutenzione (che hanno visto da parte de gruppo Pozzoni anche una serie di investimenti migliorativi riguardanti in particolare l’inserimento di linee a stecca) è anche la presenza di una macchina piana 70×100 (Elcograf non ha rilevato la parte a foglio ex Pizzi) che sarebbe stata venduta a un operatore del settore ma non ancora smontata. Le condizioni della 16 pagine, invece, non sarebbero tali da giustificare almeno in questa prima fase una rimessa in produzione.
La conferma che i tempi di manutenzione si stiano allungando arriva anche dai sindacati. L’auspicio, spiega Lorenzo Infante della Slc-Cgil, è che a settembre la fabbrica torni produttiva. La ripartenza delle rotative a 64 pagine dovrebbe permettere il ritorno al lavoro di circa 35 dipendenti mentre in questa fase è in corso una cassa integrazione a rotazione e gli operai vengono richiamati (circa una settimana al mese a testa) per le manutenzioni. Quello che un po’ preoccupa i sindacati, fiduciosi comunque che se il gruppo Pozzoni ha investito tanto per la Pizzi ha validi programmi di sviluppo, è la situazione ancora difficile del mercato editoriale e commerciale. E quindi, aggiunge Infante, al di là dei ritardi tecnici, la cosa più importante è che ci siano poi le commesse per fare girare le macchine.
Macchine che continuano a essere ferme alla Deaprinting dopo che a metà aprile la maggioranza dei 141 dipendenti dell’azienda novarese aveva respinto l’accordo firmato con i sindacati dalla Caleidograf che si era impegnata a rilevare il settore piano assumendo 28 persone e realizzando un nuovo stabilimento nel Novarese mentre altri dieci dipendenti sarebbero stati integrati a Robbiate. Caleidograf aveva anche rilevato una delle tre rotative, una Goss a 48 pagine (già installata a Robbiate) mentre la seconda Goss, sempre opzionata dal gruppo lecchese, di fatto, anche per il presidio della fabbrica, non è mai stata smontata. In questa fase, spiega Clementino Villaraggia, responsabile provinciale della Fistel-Cisl, non è cambiato nulla. Caleidograf non ha modificato la proposta, che scadeva ad aprile e la proprietà di Deaprintng dovrà presentare una nuova domanda di concordato. Intanto si attende che entro alcuni mesi venga accettata la nuova richiesta di cassa integrazione fatta in base alla legge 416. Qualche spiraglio potrebbe invece aprirsi per la Legatoria del Verbano (circa 50 dipendenti) a cui potrebbe essere interessato il gruppo piemontese Roletto.