Fiamme alte, una colonna di fumo acre che si vedeva da chilometri di distanza, traffico bloccato e timori tra gli abitanti delle case vicine. Martedì 2 luglio è stato un pomeriggio da incubo per lo stabilimento della Fedrigoni a Verona, dove un incendio ha devastato parte dei capannoni storici (risalenti al 1888) e fermato la produzione per un tempo ancora difficile da quantificare.
Mancano certezze anche sulla causa del rogo (si parla di lavori in corso sul tetto, ma anche di un surriscaldamento dei macchinari), ma fortunatamente le procedure antincendio si sono attivate subito: partito l’allarme ai vigili del fuoco, le porte tagliafuoco si sono chiuse e gli operai in turno, un’ottantina circa, sono stati subito allontanati senza alcun ferito, se si escludono due pompieri (ne sono intervenuti 40 con nove automezzi) con lievi ustioni.
I dipendenti dello stabilimento, che impiega fino a 250 persone, temono per la continuità della produzione e quindi del posto di lavoro, anche se a rassicurare tutti è arrivato l’amministratore delegato Claudio Alfonsi: “Non ci sarà cassa integrazione. L’azienda va bene e riprenderemo la produzione prima possibile”, ha risposto anche chi a caldo ha definito l’incendio “una catastrofe che richiederà almeno un anno per far ripartire la produzione”.
Alfonsi ha poi confermato che l’incendio “è partito da due macchine continue, quelle che dalla materia prima estraggono la carta che poi diventa bobina: ora bisognerà capire come e perché si è propagato. Ritengo che gli impianti rimarranno fermi per un paio di settimane: abbiamo già contattato ditte specializzate per il ripristino. Fortunatamente i macchinari non sono andati tutti distrutti: abbiamo in lavorazione molte commesse, così in agosto invece di rallentare il lavoro potremo recuperare ciò che non verrà prodotto in questi giorni”.
Alcuni dipendenti spiegano come il rogo potrà incidere sui cicli operativi: “Le sezioni del taglio delle bobine, delle patinature e degli imballaggi lavorano solo se c’è produzione – spiega un operaio -. Speriamo quindi che il fermo non si protragga per molti mesi, altrimenti sarà difficile tornare a regime. Una possibilità, per risparmiare tempo, è far affluire il materiale semilavorato da altre unità produttive del gruppo, ma attendiamo le decisioni dell’azienda”.
La Fedrigoni, star del settore cartario italiano, è da sempre anche un pilastro dell’industria di Verona, visto che nello stabilimento ai confini del centro storico produce carte speciali da 127 anni. Ricostruita nel 1945 dopo i bombardamenti, a partire dagli anni Sessanta si è trasformata in un gruppo industriale con numerose attività e consociate estere. Dal 2002 Fedrigoni controlla le Cartiere di Fabriano, che producono anche la carta per l’euro. L’espansione internazionale ha reso il gruppo una realtà globale, con un fatturato di 873 milioni e 2200 dipendenti nel mondo.
L’incendio allo stabilimento Fedrigoni nelle immagini della redazione e dei lettori de L’Arena, il quotidiano di Verona