Dopo la pubblicazione dell’articolo “La calda estate dell’impero Farina” abbiamo ricevuto una mail da un dipendente – attualmente in cassa integrazione – che ha vissuto tutti i passaggi che hanno negli anni portato di fatto alla chiusura delle attività di stampa a Moncalieri, dalla Ilte alla Satiz, dalla Rotosud alla Enerprint. Uno sfogo legittimo di chi ha vissuto questi anni difficili contrassegnati anche dalla crisi che ha colpito il settore della stampa. E ora si ritrova senza lavoro come centinaia di altri colleghi che facevano parte dei quasi 1500 dipendenti che quindici anni fa facevano girare le macchine da stampa a Moncalieri per quello che una volta era un gigante dell’industria grafica, la Ilte.

Per questioni di riservatezza non pubblichiamo il nome di chi ci ha scritto (che è stato comunque contattato) e riassumiamo il suo comprensibile disagio e la sua comprensibile amarezza condivisa da altri colleghi.

“E’ facile investire quando non si pagano i dipendenti (crediamo anche i fornitori) e non si assolvono tutti gli obblighi contributivi e previdenziali. Quando ai dipendenti viene prospettato di lavorare in un campo diverso rispetto a quello della stampa, rappresentato dalle attività commerciali di Dmail, con un corso di formazione, per la cui frequenza erano stati congelati i pagamenti della quattordicesima e la contrattazione di secondo livello. Ma alla fine, finito il corso, è rimasto niente di niente, solo fumo negli occhi.

In questi anni è andato disperso un grande patrimonio di lavoro con una girandola di passaggi e chiusure di attività. Si è cominciato con la cessione di una parte delle attività di stampa e delle macchine dalla Ilte alla Satiz, e poi si visto che fine ha fatto questa azienda, tanto che, purtroppo, chi aveva accettato fra i dipendenti questo trasferimento ha subito forse la sorte peggiore. Ma anche per noi che siamo finiti alla Rotosud non ci sono state grandi soddisfazioni. Tanto che progressivamente l’attività di stampa a Moncalieri si è ridotta, compresa la commessa delle Pagine Gialle, e alla fine siamo stati “girati” da Rotosud a Enerprint, società nata con una decina di persone per occuparsi della produzione di energia. E oggi tutti i 162 dipendenti sono in cassa integrazione dopo che non ha prodotto nulla di buono la cessione di Enerprint al gruppo Veneziani, con la richiesta del concordato e il timore che nelle prossime settimane possa essere deciso il fallimento dell’azienda che, del resto, aveva visto il venir meno di molte commesse, dalla stampa delle Pagine Gialle trasferita alla ex Rotosud di Aricola a quelle per la grande distribuzione. E stiamo ancora aspettando il pagamento degli ultimi stipendi che, secondo accordi sindacali, ci avrebbe dovuto versare proprio Rotosud. Così la cessione a Veneziani dei dipendenti ex Rotosud e poi Enerprint nell’area di Moncalieri fa pensare che forse servisse un prestanome per chiudere 1’azienda. L’ennesima nel giro di pochi mesi”.