Dopo il drammatico incendio che all’inizio di luglio che aveva mandato in tilt numerosi reparti e bruciato diversi macchinari, Fedrigoni ha mantenuto la promessa di far ripartire le lavorazioni al più presto. Il presidente del gruppo veronese, Alessandro Fedrigoni, annuncia soddisfatto che la produzione è tornata pressochè al 100 per cento e conferma che l’impianto è stato rimesso in funzione nonostante il rogo abbia causato danni per milioni di euro. Rassicurati anche i clienti: anche durante lo stop imposto dai lavori di ripristino tutti gli ordini sono stati evasi.
L’incendio scoppiato nel pomeriggio del 2 luglio aveva devastato anche una parte dei capannoni storici costruiti alla fine dell’Ottocento, ma non ha messo in difficoltà il rispetto delle commesse soprattutto grazie alle sinergie interne al gruppo Fedrigoni, che si articola su più stabilimenti in diverse province. Proprio questa flessibilità, secondo la direzione, è stata il fattore vincente per evitare che lo stop si prolungasse con gravi ricadute anche sulle quote di mercato.
Le scalette di produzione non hanno subito contraccolpi in produzione e il 95% delle consegne è avvenuto nei tempi previsti. Merito di un’organizzazione interna che ha lavorato per chiudere la “pratica” incendio nel migliore dei modi. È stato necessario trasferire parte del personale in altri impianti e molti dipendenti hanno accettato di essere impiegati temporaneamente negli stabilimenti del Trentino. Non pochi hanno rinunciato alle vacanze per risistemare gli stabili e i reparti danneggiati, lavorando anche nei weekend per far ripartire la produzione.
La promessa di Fedrigoni e dell’amministratore delegato Claudio Alfonsi, mentre il fumo ancora saliva dalle macerie, era stata che a settembre sarebbe stato tutto a posto, e così è stato. La produzione delle bobine di carta è ripresa addirittura in anticipo sui tempi previsti. La prima delle due macchine investite dalle fiamme è tornata operativa il 7 settembre, mentre la seconda è ripartita il 21. Avviamento rapido anche per l’impianto robotizzato per la movimentazione delle materie prime, una nuova struttura che implementa quelle già presenti in produzione.
Mancano ancora gli ultimi lavori di rifinitura all’esterno degli edifici, ma si tratta solo di qualche finestra che sarà completata in pochi giorni, mentre le strutture sono già state ripristinate. Per ridare vita e funzionalità agli impianti l’intervento ha richiesto l’impegno (“anzi, il sacrificio”, ha precisato Alessandro Fedrigoni) di tutti i 270 dipendenti, “senza i quali sarebbe stato molto più difficile tornare a regime”. Le assicurazioni stanno calcolando i danni, ma la società esclude che l’incidente di percorso possa avere effetti negativi sull’andamento economico del 2015.
Va infine sottolineato che il gruppo cartario non ha dovuto ricorrere alla cassa integrazione per superare il momento critico, proprio perché la produzione non si è mai interrotta. Un aspetto da non trascurare è che grazie alle procedure di sicurezza indispensabili in un’azienda con queste caratteristiche l’incendio di luglio ha comportato solamente danni materiali. Tutto il personale era stato subito evacuato e fortunatamente nessuno aveva riportato danni fisici.
Fedrigoni è un global player ma anche un simbolo dell’industria veronese: nello stabilimento la produzione è iniziata 127 anni fa. Ricostruita nel dopoguerra, dagli anni Sessanta è un gruppo industriale con numerose attività e consociate estere. Dal 2002 Fedrigoni controlla le Cartiere di Fabriano, che producono anche la carta per l’euro. L’espansione internazionale ha spinto il gruppo ai vertici del settore, con 873 milioni di fatturato e 2200 dipendenti nel mondo.