L’estate ha portato un giro di poltrone ai vertici di Arti Group, il gruppo a cui fanno capo l’ex Niiag (Nuovo Istituto di Arti Grafiche di Bergamo), la Eurogravure di Treviglio e le Arti Grafiche Johnson per cui nei mesi scorsi è stato annunciato l’accordo con CPZ.
Gli azionisti di controllo di Arti Group, il fondo tedesco Bavaria Industries Group, che aveva acquisito la società due anni fa rilevandola dalla BePrinters, appartenente a Bertelsman AG, hanno deciso infatti di cambiare il numero uno operativo. E così, il nuovo ad di Arti Group, insediatosi il 31 agosto, è Alessandro Bulfon, manager laureato alla Northeastern University, con alle spalle importanti incarichi in aziende come Coesia, Fabio Perini e Ingersoll Rand. Bulfon ha preso il posto di Johann Kral, il manager che era stato chiamato proprio dal fondo di Monaco nel 2014 per guidare Arti Group a sua volta al posto di Mauro Cosani, tornato allora in Spagna per seguire le attività grafiche ancora in capo a Bertelsman. In primavera invece avevano lasciato Arti Group il direttore di stabilimento del Niiag Riccardo Operato e il direttore delle attività industriali e di produzione Davide Dei Rossi. Entrambi passati al gruppo Rotolito Lombarda di Paolo Bandecchi, il primo con la responsabilità sul fronte tecnologico, il secondo come responsabile degli stabilimenti di Pioltello e di Capriate. A sua volta, aveva lasciato il gruppo di Bandecchi Luca Nesi, responsabile dello stabilimento Nava Press, diventato il nuovo responsabile dello stabilimento ex Niiag.
Dietro il cambio al vertice di Arti Group, secondo voci di mercato, ci sarebbero state divergenze tra l’azionista e Kral. Durante il suo mandato Kral avrebbe attuato una serie di interventi per migliorare l’organizzazione aziendale e la capacità produttiva, ampliare il parco clienti e ridurre i costi per recuperare la redditività di un gruppo che negli ultimi anni aveva accusato una serie di bilanci in perdita, compreso quello del 2015 che avrebbe registrato un rosso di alcuni milioni di euro. Il tentativo di recuperare redditività ha imposto anche sacrifici ai dipendenti (in tutto circa un migliaio) con gli accordi per la cassa integrazione straordinaria in Eurogravure e circa 25-30 prepensionamenti e la cassa ordinaria all’ex Niiag, che però, secondo i sindacati, potrebbe entro fine anno vedere anche una richiesta di “straordinaria”.
Oltre a questi interventi però Kral avrebbe chiesto all’azionista anche un piano di investimenti per rinnovare il parco macchine che ha registrato l’ultimo acquisto nel 2008: una rotativa usata a 16 pagine. E questo sarebbe stato uno degli elementi di frizione sulle strategie operative che avrebbe portato il Fondo Bavaria a cambiare il vertice. Toccherà quindi a Bulfon continuare il percorso di rilancio e risanamento del gruppo. Gruppo per cui gli stessi sindacati hanno già immaginato la possibilità di un “piano B”. Ovvero quello della vendita. Gli accordi siglati a suo tempo con Bertelsman, avrebbero imposto a Bavaria la clausola di non cessione di Arti Group fino a fine 2017. Ma dal 2018 avrebbero libertà d’azione. E quindi potrebbe tornare d’attualità quello che per ora è solo un fantasioso scenario. Ovvero la cessione che vedrebbe, ma la voce è già corsa più volte senza mai essere confermata, come principale pretendente il gruppo Pozzoni.