Il closing, se tutto fosse andato bene, era stato annunciato per la fine di luglio. Ma probabilmente la trattativa si è rivelata più complessa del previsto, anche sul fronte degli aspetti finanziari legati anche all’ingresso di partner di peso. Però il progetto di dar vita a un grande polo bergamasco delle agende mettendo insieme la Lediberg e le Grafiche Johnson non sarebbe, secondo fonti sindacali bene informate, ancora naufragato e la trattativa sarebbe ripresa dopo l’estate. Un confronto al quale guardano con grande attenzione lavoratori e sindacati, preoccupati della salvaguardia dei livelli occupazionali di un settore così significativo per il territorio.
Il progetto sarebbe quello, come già scritto da Stampamedia.net a fine giugno, di mettere insieme la Lediberg, storica azienda bergamasca leader nel settore della stampa di agende e taccuini e le Grafiche Johnson, acquisite nei mesi scorsi dalla CPZ di Costa di Mezzate guidata da Marzio Carrara che sarebbe il protagonista di questa operazione.
Nel 2013 la Lediberg, fondata nel 1965 da Lindo e Maria Castelli, diventata leader europea nella stampa di agende e taccuini, era stata rilevata, con la ristrutturazione del debito e all’interno della Legge fallimentare, da un investitore libanese insieme con otto imprenditori bergamaschi, non solo del settore grafico. Le banche finanziatrici a medio e lungo termine del gruppo (che nel 2006 aveva ceduto una quota del 42% del capitale sociale al fondo Sofipa di Capitalia e quindi del gruppo Unicredit, fondo integrato nel 2012 in Synergo Sgr) avevano accettato l’offerta presentata dal gruppo di investitori libanesi aggregati al veicolo Iris Fund e affiancati, come detto, da un pool di investitori privati bergamaschi.
I nuovi soci avevano messo sul piatto 20 milioni di euro di nuovo equity, mentre le banche convertito in equity 40 milioni dei loro crediti, il tutto per una ricapitalizzazione complessiva di 60 milioni.
Con la previsione anche di 5 milioni di investimenti, allora la nuova proprietà aveva presentato un ambizioso piano di rilancio dell’azienda bergamasca che dà lavoro a oltre 1500 persone, ha stabilimenti e filiali in tutto il mondo e produce agende datate e non ma è anche attiva nella stampa commerciale e di pregio con la controllata Castelli Bolis Poligrafiche spa e con il brand Nazareno Gabrielli produce accessori in pelle. Il piano prevedeva infatti di raggiungere nel 2018 un fatturato consolidato di 209 milioni di euro con un Ebitda di 22,7 dai 167 milioni di ricavi e 12,6 di Ebitda del preconsuntivo 2013.
Complice anche la situazione del mercato, secondo ambienti del settore, il raggiungimento di questi obiettivi sarebbe stato più difficile del previsto e sarebbe maturata l’esigenza di percorrere altre strade per assicurare un più forte sviluppo della Lediberg. E questa nuova strada, come Stampamedia.net aveva segnalato prima dell’estate riportando anche notizie di stampa diffuse su periodici locali, potrebbe incrociare quella della CPZ che dopo aver siglato l’anno scorso con ArtiGroup un accordo di collaborazione per la distribuzione commerciale di agende, quaderni e calendari, con la nascita della joint-venture Johnson CPZ, nei mesi scorsi ha rilevato tutto il ramo d’azienda delle Grafiche Johnson compresi i 297 dipendenti. Vedremo adesso nelle prossime settimane se davvero prenderà corpo il progetto del grande polo delle agende.