Le banconote digitali, ovvero le criptovalute – a cominciare dalla più famosa, il Bitcoin che sta vivendo momenti di gloria con valutazioni stratosferiche anche se sottoposte a un pericoloso ottovolante di rialzi e discese – non sono state certo un’invenzione a favore di chi le banconote è abituato a stamparle per conto delle Banche centrali. Però, in qualche modo, possono rappresentare un nuovo mondo e un’opportunità anche per chi opera nell’ampio settore della comunicazione. Come la Kodak.

Il gruppo, un tempo famoso per le sue pellicole fotografiche e ora riposizionato su hardware e software per l’imagining – con soluzioni per la stampa offset, flexo e digitale – dopo il fallimento sfiorato nel 2013, ha annunciato infatti in questi giorni il lancio della sua criptovaluta foto-centrica. Si chiamerà KodakCoin e permetterà ai fotografi di scambiare denaro e gestire i diritti delle proprie immagini. La moneta digitale sarà accompagnata da KodakOne, una piattaforma basata sul Blockchain, la tecnologia sottostante ai Bitcoin, pensata per “dare ai fotografi e alle agenzie più potere nel prendere un maggiore controllo nella gestione dei loro diritti sulle immagini”.

KodakCoin, il cui annuncio ha messo le ali al titolo Kodak a Wall Street, sarà offerta dal 31 gennaio agli investitori accreditati in Usa, Regno Unito, Canada e altri Paesi selezionati nell’ambito di una cosiddetta Initial coin offering (offerta iniziale di moneta) nel rispetto delle regole della Consob americana. Da inizio anno il titolo Eastman Kodak ha guadagnato oltre il 30% ma negli ultimi 12 mesi ha perso più del 70%. Non è la prima volta del resto che il potere della parola blockchain moltiplica i valori di Borsa. A ottobre l’incubatore On-line Plc si è ribattezzato On-line Blockchain Plc e le sue azioni sono passate in poche ore da 16 a 80 sterline. Stesso effetto a dicembre, con il titolo di un produttore di bevande (la Long Island Iced Tea Corp) schizzato del 503% quando ha deciso di trasformarsi in Long Blockchain.

In questo caso, però, non è solo il tentativo di salire su un treno in corsa. Nel mondo della fotografia la blockchain potrebbe risolvere un problema annoso: quello dei diritti delle immagini. Il ceo di Kodak, Jeff Clarke, ha infatti spiegato che “per molti nel settore tecnologico, ‘blockchain’ e ‘criptovalute’ sono parole che vanno di moda ma per i fotografi che hanno faticato a tenere sotto controllo il loro lavoro e come viene utilizzato, quelle parole sono cruciali nel risolvere quello che viene percepito come irrisolvibile”. Secondo lui, “Kodak ha sempre cercato di democratizzare la fotografia e rendere le licenze eque per gli artisti” e queste tecnologie danno alla comunità della fotografia “un modo nuovo e innovativo per farlo”.