Non è un percorso facile quello che sta affrontando il gruppo Pozzoni per il rilancio della ex Arti Group. Ovvero del Niiag di Bergamo e della Eurogravure di Treviglio acquistati nei mesi scorsi, per una cifra stimata dal mercato attorno ai 30 milioni di euro, dalla finanziaria AGH che a sua volta li aveva rilevati dal fondo Bavaria.
Terminata l’estate, con la ripresa di settembre, Pozzoni, che ha acquisito il 100% di Niiag – che a sua volta controlla Eurogravure – attraverso Elcograf, ha avviato gli incontri con i sindacati per illustrare i piani di sviluppo, rilancio ma anche riorganizzazione produttiva ed efficientamento della ex Arti Group. Sul tavolo il gruppo guidato da Mario Pozzoni – diventato presidente e ad della ex Arti – aveva messo subito le linee guida che dovrebbero consentire nei prossimi anni ai due stabilimenti (Bergamo e Treviglio) di aumentare i ricavi ed essere competitivi sul mercato garantendo quella marginalità – e quindi i profitti – che in questi ultimi anni era mancata con perdite annuali attorno ai 15 milioni di euro.
La cura Pozzoni per Niiag ed Eurogravure si basa da una parte su investimenti importanti da realizzare gradualmente negli anni per migliorare la produttività delle due aziende e dall’altra su un risparmio dei costi per renderle profittevoli. Gli investimenti prevedono innanzitutto l’internalizzazione delle attività di confezionamento ora appaltate a cooperative esterne per gestire in maniera autonoma tutta la fase produttiva. Questo comporterà, con ogni probabilità, investimenti sulle linee di confezionamento sia nell’impianto Niiag di Bergamo sia in quello Eurogravure di Treviglio. E consentirà di mantenere l’attuale forza lavoro delle due aziende (circa 500 dipendenti) con percorsi di riqualificazione per chi sarà chiamato a svolgere nuove mansioni in esito alla riorganizzazione. Inoltre è molto probabile che l’organico complessivo delle due aziende sia destinato a crescere e che si debba procedere anche a nuove assunzioni.
Se sulla parte riorganizzazione e investimenti l’azienda avrebbe incassato l’approvazione dei sindacati, il tavolo del confronto è saltato sul tema del taglio alle retribuzioni. Per rilanciare un gruppo in perdita – con l’obiettivo di arrivare al break-even nell’arco di due anni – Pozzoni considera inevitabile una riduzione del costo del lavoro adeguandolo alla media del mercato e delle altre aziende del gruppo e cancellando retaggi e privilegi retributivi del passato (che a Bergamo comportano una retribuzione superiore di 4mila euro all’anno per dipendente e a Treviglio il doppio rispetto al gruppo e al settore) oggi non più compatibili con l’attuale realtà produttiva e competitiva. Sotto il profilo salariale e del costo del lavoro, inoltre, l’azienda ha sottolineato come lo sforzo di inserire nel ciclo produttivo attività finora escluse, dando a svariate decine di lavoratori l’opportunità di godere delle tutele e delle coperture del contratto nazionale di settore, da cui sono ora esclusi, sia di assoluta controtendenza rispetto a una situazione di diffusa irregolarità che vede spesso aziende, anche di primaria rilevanza, utilizzare al proprio interno, in maniera impropria con commistione di personale, cooperative, realizzando in tal modo una evidente forma di concorrenza sleale ed invitando i sindacati a svolgere un ruolo di controllo anche a tale riguardo. La richiesta dell’azienda è stata però rifiutata al tavolo sindacale, che ha finora escluso ogni ipotesi di confronto sul tema dei salari, e questo ha comportato nei giorni scorsi la decisione di Elcograf di disdettare unilateralmente i contratti di secondo livelli della ex Arti Group. Una decisione che ha provocato lo stato d’agitazione dei dipendenti sia a Bergamo sia a Treviglio e alcune ore di sciopero. Lunedì 19 novembre ci sarà un incontro tra i sindacati per scegliere la strategia da adottare e quindi se tornare al tavolo del confronto, ma l’azienda fa sapere che quella della revisione degli istituti contrattuali è una scelta che non può essere messa in discussione ed è fondamentale per il rilancio di Niiag ed Eurogravure.
Intanto sempre il gruppo Pozzoni ha ottenuto il via libera dai sindacati (e poi anche a livello di intese personali con i singoli lavoratori) sul progetto d’acquisto del ramo d’azienda della Canale di Borgaro Torinese. Offerta accettata nelle scorse settimane dal principale azionista e al timone dell’azienda, Giacomo Canale. Elcograf – per un valore della transazione stimato dal mercato in circa 10 milioni di euro – se l’operazione andrà in porto acquisirà le attività (dipendenti, macchine e commesse) della Canale di Borgaro Torinese e non invece quelle sviluppate in Romania. La Canale spa resterà, come società con le attuali passività finanziarie, in capo a Giacomo Canale. E proprio l’aspetto finanziario – ottenuto l’accordo con i lavoratori – rimane l’ultimo ostacolo da superare. La Canale, secondo l’articolo 67 della legge fallimentare, ha presentato un piano in bonis per la ristrutturazione del debito. E proprio l’accettazione di questo piano da parte dei creditori (a partire dalle banche) è considerata da Pozzoni fondamentale per il closing dell’acquisizione del ramo d’azienda. Il via libera non è ancora arrivato ma potrebbe esserci una fumata bianca entro la fine del mese.