Quello che si chiuderà fra qualche settimana sarà un “buon” 2018 per il gruppo Lego con risultati positivi in linea con quelli del 2017 e del 2016 e ricavi attorno ai 100 milioni di euro.
Risultati che confermano la scelta, fatta nel 2009, di riorganizzare il gruppo vicentino superando la crisi determinata allora dall’eccessivo indebitamento finanziario e da un perimetro d’attività inadatto, di fronte alla contrazione del settore della stampa, a fronteggiare la competitività del mercato e a sostenere l’indebitamento frutto dei precedenti, importanti investimenti.
“Oggi – spiega Giulio Olivotto, principale azionista e presidente della Lego – siamo un’azienda sana, con un’esposizione finanziaria più che corretta rispetto alla dimensione del nostro gruppo (tanto da essere diventati molto appetibili per le banche) e attrezzata per restare sul mercato anche se ci saranno, come credo, altre turbolenze nei prossimi anni nel nostro settore”. Nonostante la concorrenza cinese prima e ora quella dei paesi dell’Europa dell’Est, il settore del libro, aggiunge Olivotto, è stato quello meno colpito dalla crisi congiunturale e strutturale del settore della stampa che si è rilevata più dura per riviste e commerciale. Per questo “rispetto al futuro non sono né ottimista né pessimista e comunque convinto che Lego sarà una delle aziende che resteranno sul mercato”.
La riorganizzazione ha visto in questi quasi dieci anni il ridimensionamento dell’attività del gruppo vicentino, con la chiusura della ex Calderini di Ozzano Emilia e dello stabilimento (ex Mondadori) di Martellago. Un’altra azienda, la cartotecnica CartoZanè, è stata messa in liquidazione e la Skinplast di Basiano, specializzata in spalmati di PVC su carta, è stata ceduta. Tutti gli impianti della ex Eurografica di Marano Vicentino sono stati trasferiti nello stabilimento di Vicenza e la maggior parte del capannone affittato. Solo un terzo dello spazio ospita ancora Kina, il marchio editoriale di Lego Spa che produce cartoline e guide turistiche.
Lego ha quindi ripreso la vocazione originaria di stampare solo libri, con le rotative Timsons a Lavis (Trento) e le macchine piane a Vicenza, tra cui la prima 8 colori Heidelberg di grande formato installata in Italia circa un anno e mezzo fa.
La riorganizzazione ha comportato in questi anni, attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali, esodi incentivati e prepensionamenti, una riduzione del personale di circa 200 unità e oggi i dipendenti, tra Vicenza e Trento, sono circa 625.
Proprio l’utilizzo della Cigs per due ex dirigenti e nove operai che risultano ora indagati come lo stesso Giulio Olivotto, ha portato, su iniziativa dell’Inps, a un’inchiesta condotta dalla Gdf di Vicenza e Trento e dall’ispettorato territoriale del lavoro di Vicenza con il coordinamento della Procura. Indagine, con l’ipotesi di reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, per cui il Tribunale ha disposto alcuni sequestri preventivi.
In riferimento alle notizie di stampa che nei giorni scorsi hanno dato conto dell’indagine, la Lego dichiara la correttezza dei suoi comportamenti. In un comunicato, l’azienda precisa che “L’indagine promossa su iniziativa dell’Inps, trae origine da un asserito omesso versamento di contributi CIGS per euro 32.000,00, somma che è stata messa a disposizione dalla società e quindi sottoposta a sequestro. Rilevato che la predetta somma, per la sua modesta entità, all’evidenza, non costituisce per la Lego alcun problema economico e/o finanziario, la società, con il conforto dei propri legali, sottolinea la radicale insussistenza dei fatti addebitati”. Nella nota infine la Lego “ribadisce che l’azienda e i suoi dipendenti nell’usufruire dei benefici previsti dalla normativa (CIGS e prepensionamenti) in conseguenza della crisi nazionale del comparto editoria, oggi totalmente superata da Lego s.p.a., hanno operato in modo puntuale e trasparente, rispettando scrupolosamente il dettato e lo spirito della legge”.