«Naturalmente Circle Media Group (CMG) riconosce il diritto dei lavoratori di organizzarsi. Tuttavia, gli argomenti utilizzati in questo appello sono infondati, privi di fondamento e dannosi per la nostra azienda, i nostri dipendenti e il nostro management». Risponde così Circle Media Group alla mobilitazione avviata da diversi sindacati in tutta Europa (e non solo) in risposta alla chiusura dello stabilimento di Helio Charleroi (nella foto) e al licenziamento dei suoi 180 dipendenti. Lo scorso gennaio l’azienda belga ha presentato istanza di fallimento, un passo “inevitabile in quanto l’ulteriore proseguimento delle attività rotocalco di Helio non è sostenibile nelle attuali condizioni di mercato”, avevano dichiarato i vertici dell’azienda con sede a Fleurus, a sud di Bruxelles. Nella sezione “our companies” nel sito web di Circle Media Group non c’è già più traccia dell’azienda belga.
La federazione sindacale globale UNI Global Union ha criticato la liquidazione della Charleroi mobilitandosi per “affrontare le attività irresponsabili di Circle Media Group”. Sono state presentate denunce a livello europeo e nazionale alle autorità competenti per le “pratiche finanziarie opache di CMG che mettono a rischio posti di lavoro”, si legge in un comunicato stampa sul sito della UNI Global Union. «La liquidazione dell’azienda belga Charleroi riflette le pratiche non ortodosse degli azionisti cipriota e lussemburghese, al di fuori della giurisdizione dei Paesi in cui si trovano i lavori di stampa» – continuano i sindacati, che definiscono in cinque punti gli obiettivi della mobilitazione globale:
«1. Stabilire una piattaforma per lo scambio di informazioni strategiche per ciascuna delle società CMG
2. Diffondere questa dichiarazione a tutti i dipendenti di CMG lo stesso giorno (…)
3. Presentare reclami alle autorità pubbliche, informandoli su quanto la situazione sia seria
4. Prendere provvedimenti per aumentare la solidarietà tra i dipendenti di CMG informandosi a vicenda di eventuali spostamenti dei carichi di lavoro e dei flussi finanziari di cui vengono a conoscenza;
5. Ultimo ma non meno importante, organizzare quanto prima un tavolo europeo dei lavori in linea con la legislazione dell’UE»
«Circle Media Group opera in circostanze molto difficili, ma conduciamo la nostra attività in modo corretto e diretto – risponde il gruppo -. Riconosciamo che alcune delle misure che siamo stati costretti a prendere, viste le enormi sfide che l’industria europea della stampa sta affrontando, possono essere vissute come dolorose. Ma non intervenire non è neanche un’opzione. Condividiamo le stesse preoccupazioni per il futuro del settore della stampa e quindi contiamo sulla comprensione e sulla disponibilità al dialogo dei sindacati», prosegue il comunicato del colosso della stampa, che imputa al cambiamento del mercato la necessità di investire «in società per consolidare il mercato e la riduzione della capacità laddove necessario. (…) Per le nostre recenti acquisizioni non è stato utilizzato denaro da società operative, contrariamente a quanto affermato dai sindacati.
«Comprendiamo che l’insolvenza di Helio Charleroi e il licenziamento dei dipendenti hanno creato dolore per i dipendenti coinvolti e ansia in altre società. Ma Helio è stata supportata dal Gruppo negli ultimi anni con diversi milioni di finanziamenti per coprire le sue perdite. Sfortunatamente, non siamo riusciti a mantenere operativo questo luogo di produzione. Le leggi belghe sul lavoro hanno reso qualsiasi altra soluzione che l’insolvenza irraggiungibile – continua il comunicato di CMG -. Abbiamo sempre rispettato la legge, seguito i nostri obblighi di divulgazione e comunicazione, finanziato la nostra attività nel miglior modo possibile e abbiamo adempiuto ai nostri doveri nei confronti dei nostri dipendenti. Laddove la capacità fosse ridotta e i licenziamenti fossero inevitabili, abbiamo agito in maniera responsabile secondo le normative locali. Pertanto, queste accuse infondate possono mettere ulteriormente in pericolo la nostra attività, i rapporti con i nostri stakeholder e il lavoro dei nostri dipendenti, nell’attuale difficile situazione del mercato nel settore della stampa», conclude Circle Media Group.