Dopo l’intesa già siglata nei mesi scorsi per i circa 360 lavoratori del Niiag di Bergamo, Elcograf (gruppo Pozzoni) ha siglato nei giorni scorsi anche l’accordo sempre sulla contrattazione di secondo livello per i circa 150 dipendenti della Eurogravure di Treviglio. E sempre nelle scorse settimane sarebbe stato aperto un tavolo di confronto con la Mondadori per cercare (ma non sarà facile) di trovare un accordo commerciale sulla spinosa questione del taglio delle commesse di stampa deciso nei mesi scorsi dalla casa editrice di Segrate.
Un taglio che finora ha causato una perdita di oltre 15 milioni di ricavi sui 50 che Elcograf realizza con la stampa per Mondadori e ha messo a rischio oltre la metà dei circa 700 lavoratori impiegati negli stabilimenti del gruppo bergamasco a Verona, Melzo e Cles (ovvero il perimetro della ex Mondadori Printing acquisita da Elcograf nel 2008). Mondadori, come già ampiamente scritto da Stampamedia.net, aveva deciso unilateralmente di disdettare anticipatamente de facto il contratto con Elcograf rinnovato nel 2013 e rivisto (al ribasso per il gruppo guidato da Mario Pozzoni) nel 2016 che ha come scadenza il 2021, con l’opzione per un rinnovo triennale.
Nel giustificare la decisione, dopo che Elcograf aveva respinto, ritenendola non sostenibile economicamente, la richiesta di ridurre ancora i prezzi di stampa, peraltro accompagnata dal venir meno dell’esclusiva e da una drastica riduzione della durata dell’accordo, la Mondadori aveva sostenuto che già nel 2013 le tariffe applicate dal gruppo Pozzoni sarebbero risultate superiori ai prezzi di mercato e grazie a ciò Elcograf avrebbe potuto non solo distribuire dividendi ma anche acquisire nuove aziende. Ora che il mercato dell’editoria ha registrato un’ulteriore, pesante flessione, la casa editrice di Segrate avrebbe quindi deciso di diversificare i propri fornitori. Di qui, appunto, il taglio delle commesse. Alle motivazioni addotte dall’azienda guidata da Ernesto Mauri, Elcograf, che ha intrapreso le vie legali aprendo un contenzioso arbitrale, aveva replicato di essere disponibile al dialogo solo se verranno confermati durata e volumi del contratto. E il dialogo si è attivato fra i rappresentanti delle due parti con l’obiettivo di trovare un’intesa alla ripresa di settembre.
Per ora comunque, il taglio è ancora in atto e riguarda sia le riviste sia i libri per cui già dallo scorso dicembre non vengono più affidati agli impianti di Cles i volumi delle collane Sperling & Kupfer e Piemme. La forte riduzione delle commesse ha comportato la messa in cassa integrazione dei lavoratori di Melzo (circa 120), il mancato rinnovo di contratto a tempo determinato e interinali a Cles (circa 160) mentre, dopo le settimane di cig fino a metà giugno, a Verona (circa 440 dipendenti) per ora il calo di attività viene compensato dalle ferie estive.
Se resta l’incognita sulla vicenda Mondadori (con le relative conseguenze sui livelli occupazionali), Elcograf ha finalmente chiuso la partita delle intese sindacali negli stabilimenti della ex Arti Group acquisita l’anno scorso. Nei mesi scorsi era già stato siglato l’accordo al Niiag. Accordo che prevede che la vecchia quattordicesima e altre voci della busta paga extra contratto nazionale siano sostituite da un premio aziendale basato sull’assiduità lavorativa e l’efficientamento delle lavorazioni, dei tempi di consegna e della capacità produttiva. Il premio annuo potrà arrivare fino a mille euro che i lavoratori potranno decidere se investire (con un sensibile risparmio fiscale) nel nuovo fondo per il welfare aziendale. Lo stesso schema è stato accettato, dopo una trattativa molto più lunga e caratterizzata dallo stato di agitazione in fabbrica (ora terminato) anche all’Eurogravure, salvo alcune eccezioni riguardanti gli istituti di secondo livello dei dipendenti ex Rcs. L’accordo è stato approvato dai lavoratori con oltre l’80% dei consensi nel referendum che si è tenuto nei giorni scorsi.
Ed è propedeutico, come quello del Niiag, per i programmi di rilancio e di investimenti per la ex Arti Group da parte di Elcograf che ha chiuso il 2018 con il valore delle vendite in crescita dai circa 152 milioni del 2017 a quasi 158 mentre quello del valore della produzione complessivamente considerato è sceso da 172 a 167. Conseguenza di un mercato che rimane asfittico con un trend al ribasso confermato anche nel primo semestre del 2019, salvo la piccola ripresa della stampa rotocalco negli ultimi mesi dovuta soprattutto alla chiusura di impianti in Europa.
Di Achille Perego
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