Un aumento di capitale (già realizzato) di 1,3 milioni di euro e un accordo di ristrutturazione dei debiti. Si apre così il 2020 di Arti Grafiche Boccia che, come conseguenza di una riduzione di fatturato a seguito della congiuntura internazionale e degli NPL (non performing loans, i crediti non esigibili) dovuti ad alcuni clienti storici che hanno concluso la loro attività per assenza di un passaggio generazionale, lo scorso 23 dicembre 2019 ha depositato – come riporta il quotidiano la Verità in un articolo dell’11 gennaio – una procedura simile al concordato che permette di congelare con banche e fornitori il debito e avviare un rilancio senza dover dichiarare l’insolvenza e quindi essere iscritta nel registro dei fallimenti. L’azienda, che compirà il 60esimo anniversario dalla fondazione l’anno prossimo, ha infatti annunciato un piano di rilancio con nuovi investimenti pari a 10 milioni di euro nei prossimi 18 mesi, che si aggiungono ai 40 milioni già investiti negli ultimi 15 anni, comunica l’azienda.
“Tra i primi effetti del piano di rilancio, l’azienda – si legge in una nota di Arti Grafiche Boccia – ha dato un rinnovato impulso alla stampa dei quotidiani, sfruttando in pieno la posizione strategica del sito di Salerno, e consolidato l’area core storica, ossia la stampa di cataloghi e riviste. A novembre 2019 Arti Grafiche Boccia ha acquisito infatti la stampa dei cataloghi per la multinazionale MSC Crociere. A fine gennaio, inoltre, sarà sottoscritto un contratto di filiera con un partner strategico e complementare per crescere nel segmento della GdO e coniugare ai prodotti stampati dalle Arti Grafiche Boccia anche servizi da cui deriverà un investimento di circa 10 milioni di euro con impianti prime installazioni in Italia”, prosegue la nota.
Parallelamente al piano di investimenti procederà la ristrutturazione del debito, secondo quanto prevede la procedura definita 182 bis depositata per l’azienda guidata da Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria (nella foto), al tribunale fallimentare. La procedura prevede che questa sorta di concordato sia stipulato con i creditori che detengono almeno il 60 per cento dei crediti a seguito di una relazione redatta da un professionista designato dal debitore sulla veridicità dei dati aziendali e sull’attuabilità dell’accordo stesso, con particolare riferimento alla sua idoneità ad assicurare l’integrale pagamento dei creditori nell’ambito di un piano temporale definito e “affinché possa essere concesso dal tribunale competente il divieto per i creditori di iniziare o proseguire azioni cautelari o esecutive e di acquisire titoli di prelazione non concordati”. Il tribunale, verificata la completezza della documentazione, fissa con decreto l’udienza entro il termine di 30 giorni dal deposito dell’istanza, disponendo la comunicazione ai creditori della documentazione stessa. Nel corso dell’udienza, che dovrebbe essere fissata per il prossimo 23 gennaio, verrà accertata la sussistenza dei presupposti per pervenire a un accordo di ristrutturazione dei debiti e delle condizioni per l’integrale pagamento dei creditori, e verrà stabilito il termine di non oltre 60 giorni per il deposito dell’accordo di ristrutturazione.
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