Un paio di settimane fa erano state rinviate a data da destinarsi le fiere Smart Packaging Summit Asia, in programma ad aprile a Shanghai, Printing South China 2020 e SinoLabel 2020, in programma a Guangzhou in Cina a inizio marzo 2020. Ma come ha dimostrato la cancellazione del Mobile World Congress, la più importante fiera della telefonia mobile in programma a fine febbraio a Barcellona, il coronavirus e gli effetti della sua diffusione iniziano a colpire anche l’Europa. Il presidente di Fespa Neil Felton, a proposito di Fespa Global Print Expo, la più grande fiera europea dedicata alla stampa di grande formato in programma dal 24 al 27 marzo a Madrid in Spagna, nei giorni scorsi ha rilasciato questa dichiarazione, ripresa dal quotidiano Printweek: “Fespa è impegnata a salvaguardare la salute di tutti gli espositori, visitatori e professionisti durante gli eventi Fespa al meglio delle proprie capacità. In quanto tale, il consiglio di amministrazione di Fespa e il senior management team stanno monitorando attivamente tutti gli sviluppi relativi a COVID-19. Fespa sta attualmente rivedendo una serie di opzioni proattive al fine di ridurre al minimo i rischi per tutti i partecipanti all’evento”. Fespa Global Print Expo è in programma in contemporanea a European Sign Expo 2020 e Sportswear Pro 2020. Diversi gli espositori cinesi, fra cui il gold partner Hanglory Group, produttore di macchine da stampa digitali.
Cos’è il coronavirus
COVID-19 è il nome dato alla malattia respiratoria causata dal nuovo coronavirus, un nome che è la sintesi dei termini CO-rona VI-rus D-isease e dell’anno d’identificazione, 2019. Dall’inizio di gennaio (da quando cioè si è iniziato a monitorare a livello internazionale la diffusione della malattia) a oggi (18 febbraio) il virus ha causato oltre 1800 morti e più di 70 mila contagiati confermati, la maggior parte dei quali in Cina nella provincia dell’Hubei (Wuhan è il suo capoluogo) da dove sarebbe partito il focolaio dell’epidemia. L’Università Johns Hopkins ha creato un sito (nella foto in alto uno screenshot della mappa) che monitora in tempo reale i decessi, i contagi e le guarigioni da COVID-19 in tutto il mondo, consultabile a questo link.
Il comunicato di Messe Düsseldorf
Anche da Messe Düsseldorf, il centro fieristico e organizzatore di diverse fiere fra cui Interpack (fiera internazionale del packaging) e Drupa, arrivano segnali di preoccupazione. “La sicurezza di tutti i dipendenti, i clienti e gli ospiti è una priorità assoluta per Messe Düsseldorf”, si legge in un comunicato del centro fieristico pubblicato sul sito web. “Questo vale anche per l’attuale coronavirus (2019-nCoV), che si sta attualmente diffondendo in tutto il mondo. Secondo l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità, ndr), il Robert Koch Institute e le autorità tedesche, il rischio di infezione da questo nuovo patogeno in Germania è attualmente molto basso”, continua Messe Düsseldorf, aggiungendo di seguire da vicino gli sviluppi della pandemia rimanendo in contatto diretto con le autorità sanitaria e affermando di essere preparati alla gestione dell’emergenza: “Esistono procedure chiaramente definite nei locali del centro fieristico per coloro che sviluppano improvvisamente sintomi di una malattia grave. Queste procedure sono state sviluppate e testate al momento della SARS, del virus dell’influenza A (H1N1) e anche dell’EHEC (escherichia coli enteroemorragici, ndr). Come misura precauzionale, vengono installate ulteriori stazioni di disinfezione delle mani e gli intervalli di pulizia per le superfici di contatto vengono aumentati”, continua la nota. A Drupa, ricorda Printweek, la Cina è il Paese da cui arriva il secondo maggior numero di espositori: sono 349, dietro la Germania con 438. Nell’edizione del 2016, secondo i dati forniti dalla fiera, quasi un visitatore su cinque degli oltre 260 mila che varcarono le soglie della fiera proveniva dall’Asia, e di questi circa il 22% proveniva dalla Cina (circa il 3% sul totale dei visitatori). Anche in Interpack la presenza cinese fra gli espositori è molto forte: sono 299, dietro Germania (584) e Italia (409), ricorda il magazine inglese.
Le ripercussioni sui produttori di inchiostri
La diffusione del coronavirus sta creando non pochi problemi anche ai produttori di inchiostri. È dell’inizio di febbraio la nota di Jeffrey Shaw, chief supply chain officer di Sun Chemical, in cui afferma di monitorare “la catena di approvvigionamento, compresi materie prime, fornitori intermedi e fornitori di logistica, coinvolti dall’epidemia di coronavirus. La gestione proattiva degli ordini dei nostri clienti, dei livelli di inventario, delle spedizioni in transito e dei livelli di ordini aperti è un percorso fondamentale per noi”, aggiungendo di essere al lavoro per evitare interruzioni di forniture ai loro clienti. Anche in Flint Group sono corsi ai ripari in una situazione ancora completamente in evoluzione. Come riporta Inkwordlmagazine, Michael Podd, chief procurement officer e senior VP sales della divisione Inchiostri CPS di Flint Group, ha affermato: “I nostri team di approvvigionamento continuano a preparare piani di emergenza ove possibile per mitigare eventuali problemi o ritardi nella catena di approvvigionamento. Nonostante tutto prevediamo ritardi significativi a causa di interruzioni della produzione e delle merci all’interno della Cina, e potenzialmente l’effetto di ulteriori precauzioni prese ai confini locali per garantire che il prodotto sia sicuro per l’esportazione”, aggiungendo come per il momento siano disponibili scorte sufficienti a fronteggiare la richiesta dei clienti, ma che se la quarantena a cui sono sottoposte alcune regioni della Cina dovesse continuare a ostacolare la produzione e la circolazione delle merci, in Flint procederanno a “velocizzare il trasporto di materiale e saremo completamente trasparenti con i nostri clienti su qualsiasi costo aggiuntivo. Naturalmente, daremo priorità ai clienti esistenti, in particolare quelli con contratti a lungo termine”, ha concluso Podd.
Aiuti in arrivo
“Poiché il toner e altri materiali di consumo sono ampiamente disponibili grazie alle produzioni in Giappone e in altri paesi al di fuori della Cina, i clienti possono continuare a utilizzare i prodotti Konica Minolta senza interferenze”, rassicurava l’azienda giapponese con una nota del 14 febbraio. I principali stabilimenti di Konica Minolta in Cina sono a Wuxi, Dongguan e Dalian, tutte lontane da Wuhan, con altri siti produttivi nel distretto di Songjiang e Xiamen a Shanghai. Konica Minolta comunica di aver fornito maschere e termometri senza contatto ai lavoratori delle società del gruppo in Cina, riprendendo le attività produttive il 10 febbraio, all’indomani della fine delle festività per il capodanno cinese secondo le istruzioni del governo di Pechino. E per fronteggiare in prima linea la diffusione del virus, la multinazionale giapponese ha annunciato che donerà otto unità del suo dispositivo diagnostico a ultrasuoni SONIMAGE HS1, attraverso la Croce Rossa locale, a sei ospedali a Wuhan, epicentro dell’epidemia. “I sistemi diagnostici a ultrasuoni vengono utilizzati nelle unità di terapia intensiva negli ospedali per aiutare a monitorare attentamente i pazienti gravemente malati”, spiega Konica Minolta in una nota, esprimendo poi la propria vicinanza alle persone e alle regioni colpite dall’epidemia sperando nel rapido recupero dei pazienti.
Anche Fujifilm si sta muovendo per supportare il contrasto al coronavirus. “Fujifilm Holdings Corporation effettuerà una donazione di attrezzature e forniture per un importo di circa 7 milioni di RMB (circa 1 milione di dollari) per il supporto alla nuova risposta del coronavirus in Cina. Il pacchetto di soccorso comprende i sistemi e i dispositivi medico-diagnostici di Fujifilm che supportano l’esame clinico per la polmonite e le stampanti Fuji Xerox che possono essere utilizzate in siti medici. Inoltre, Fujifilm continua a fornire rapidamente servizi di installazione e manutenzione di attrezzature mediche in Cina e a rispondere alle richieste dei clienti 24 ore al giorno”, comunica l’azienda in una nota, che si conclude con gli auguri di pronta guarigione a quanti sono stati colpiti dall’epidemia.
di Giulia Virzì
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