Erede di una gloriosa tradizione artigianale, Grafiche Mercurio, azienda salernitana con oltre sessant’anni di storia, è oggi una delle aziende di punta del Sud, tra le più evolute sia sotto il profilo tecnologico che manageriale. Il fatturato è quasi tutto coperto dalla grande distribuzione. Tanti, nel corso degli anni (compresi gli anni difficili tra il 2007 e il 2013) gli investimenti voluti da Diodato Mercurio, amministratore unico di questa piccola impresa d’eccellenza. Ultimo acquisto in ordine di tempo, nel dicembre del 2019, una Heidelberg Speedmaster XL 106-8P+LYYLX4 con CutStar giunta a Salerno in una configurazione assolutamente unica pensata per rispondere alle sfide del mercato delle etichette, in particolare per la stampa di materiali molto sottili. Intervista a Diodato Mercurio, amministratore unico di Grafiche Mercurio.
Come state vivendo questo momento?
Le disposizione a carattere nazionale le abbiamo appena ricevute, ci confortano e non ci sono problemi per l’attuazione. Il nostro grande problema è la riduzione o meglio la caduta netta delle commesse. L’80 per cento del nostro fatturato deriva dalla grande distribuzione, in particolare dal settore alimentare. Stampiamo infatti i volantoni per catene di supermercati, ipermercati e centri commerciali che propongono offerte speciali e sconti. Abbiamo clienti ovunque nel centro Sud, dall’Alto Lazio al Sud e alle Isole.
La grande distribuzione vive ora un vero e proprio balzo delle vendite, e con cifre in crescita in tutti i comparti.
Certo, ma è proprio qui il problema. Poiché in questo periodo la GDO non ha alcun bisogno di fare offerte perché la gente compra lo stesso, compra di tutto anche senza promozioni, per noi la ricaduta negativa è immediata. Subiamo una caduta libera delle tirature e delle commesse. Dall’inizio di marzo viviamo questa situazione di riduzione fortissima del numero delle commesse.
Avete dunque ridotto anche gli approvvigionamenti di carta e consumabili?
Abbiamo appena annullato un ordine di carta per 432 tonnellate. Gli inchiostri non li abbiamo riordinati.
L’emergenza Coronavirus ha creato però una crescita della domanda nella GDO che per il momento viene definita anomala: i consumatori comprano più prodotti non deperibili, in lattina, pasta conserve eccetera. E spesso lo fanno online.
Proprio questa situazione eccezionale nella domanda si sta rivelando uno snodo positivo, di compensazione parziale delle perdite. Noi abbiamo infatti anche le macchine per la stampa a foglio.
La stampa a foglio è allora in controtendenza?
Sì, ed è quello che ci rimette di buonumore. Il fatto che noi abbiamo anche la stampa a foglio, ci consente di lavorare di più con le etichette. Sì, perché a fronte del calo netto di commesse sulle rotative, le etichette sono in crescita. Nel senso che i consumi di prodotti alimentati conservati stanno aumentando – pelati, gelati, bibite, legumi eccetera. La gente fa incetta di scatole.
Sono in crescita in particolare le etichette legate alla banda stagnata. Del resto nei momenti di crisi cerchiamo prodotti che ci garantiscano una miglior conservazione e longevità degli alimenti. E questo materiale si sta rivelando ideale per la conservazione degli alimenti e… anche per le vostre macchine a foglio.
Nei momenti di crisi i consumi di prodotti in lattina vanno a ruba e noi seguiamo a ruota con la produzione di etichette. Del resto questo fenomeno si sta diffondendo in tutta l’Europa. In Inghilterra, in Germania è lo stesso.
E sul fresco si compra quello che c’è… anche senza promozioni, vero?
Proprio così. Questo trend si è consolidato negli ultimi dieci giorni.
Dunque avete le rotative ferme e le macchine a foglio che vanno. Come la mettete?
Nei prossimi giorni fermiamo del tutto le rotative e da lunedì ho chiesto la cassa integrazione per tutti i dipendenti. In RotoPiù le macchine sono già ferme e siamo in contatto con i consulenti del lavoro per decidere le forme più giuste di cassa per 17 operai. Ma chiederemo la cassa integrazione per tutti gli operai delle rotative. Sono circa 30 in tutto. Gli operai delle rotative lavorano ora sulle macchine a foglio, anche nell’allestimento e nel reparto taglio.
Come lavorano gli operai, con quali precauzioni?
Non abbiamo questo problema perché da noi non c’è affollamento. Tutti però lavorano con le mascherine che, con molta difficoltà, ci siamo procurati.
Allora dicevamo che sarà un bene implementare le etichette. Ecco che la tua ultima macchina, la Heidelberg Speedmaster XL 106-8P+LYYLX4, è stato un acquisto lungimirante.
Certo, ma non abbiamo ancora finito di montare questa nuova macchina. E la settimana prossima vanno via i tecnici perché anche gli alberghi chiudono. Stiamo pagando però il leasing. Ora il governo ci verrà incontro con il blocco dei finanziamenti e dei mutui, altrimenti sarebbe molto difficile far fronte agli impegni. Io ho comprato la macchina con un credito di imposta e avevo già firmato il verbale di collaudo pur avendo la macchina smontata, e a gennaio ho dovuto cominciare a pagare. Poi abbiamo avuto anche un bel po’ di problemi con la piattaforma dove allocava la Speedmaster. Insomma non è facile. E comunque non me ne sono pentito perché stampa etichette. E le etichette possono rivelarsi il nostro futuro.
di Anna Aprea