La ex Canale di Borgaro Torinese non verrà chiusa. Nell’aprire il tavolo di confronto tra azienda, sindacati e Rsu con gli enti locali (Regione Piemonte e Comune di Borgaro Torinese) e l’Unione Industriali, la Elcograf ha sgombrato subito il campo dai maggiore timore. Quello che la crisi congiunturale del settore della stampa, acuita dalla pandemia da Covid-19, avesse portato un cambiamento nei programmi del gruppo Pozzoni per la ex Canale acquisita – relativamente solo alla parte riguardante la stampa roto – a fine 2018.

All’incontro, che si è svolto nei giorni scorsi e ha segnato la ripresa delle trattative dopo la pausa estiva (con già fissata una nuova riunione entro fine ottobre), sottolinea Tino Mandricardi segretario regionale Piemonte della Uilcom-Uil, è stato messo un punto importante. La Elcograf ha ribadito e confermato la decisione di mantenere in produzione l’impianto di Borgaro Torinese con le due Lithoman di grande formato (80 pagine) e l’affitto di uno dei due capannoni (con la formula del contratto di sei anni più sei). Un passaggio importante e che “abbiamo accolto positivamente”, aggiunge Mandricardi ribadendo l’impegno dei rappresentanti dei lavoratori a salvaguardare i livelli occupazionali e gestire nel miglior modo possibile gli esuberi previsti da Elcograf a fronte di un’attività che, rispetto a quella della ex Canale, è stata ridotta e gli effetti della pandemia hanno ulteriormente ristretto con la riduzione di commesse, in particolare dal mercato francese, mentre è ripresa la stampa di volantoni della Gdo che rappresenta uno dei core business del sito produttivo di Borgaro Torinese.

A oggi, ricorda sempre Mandricardi, la forza lavoro oggetto dell’accordo che aveva portato al rilevamento dell’azienda torinese da parte del gruppo bergamasco, dai circa 190 lavoratori inziali si è scesi a 140, ma a regime il reparto rotooffset avrà bisogno solo di una sessantina di addetti. I circa 80 lavoratori in esubero dovrebbero vedere una settantina di pensionamenti e prepensionamenti, anche se rimane l’incognita sull’applicazione per tutti della legge 416. Fino a maggio 2021 comunque si ricorrerà alla cassa integrazione straordinaria, allungata in virtù della cassa speciale prevista dal governo per l’emergenza Coronavirus, e proseguiranno gli incentivi all’esodo e il ricollocamento lavorativo (per cui c’è un impegno sul fronte della formazione anche da parte della Regione Piemonte).

La formazione e i server

Ribadendo quanto già sostenuto nell’incontro di luglio, Elcograf ha sottolineato come il piano oggi in esecuzione abbia ben funzionato, consentendo anche per i lavoratori appartenenti ai rami di attività non facenti parte del progetto di esercizio da parte di Elcograf di trovare una diversa collocazione: gli addetti alla legatoria, pari a 35 unità nel gennaio 2019, oggi sono meno di una trentina e alcuni di loro sono reimpiegabili sulle rotative, spiegano da Elcograf, mentre i lavoratori della stampa piana, pari a 24 unità nel gennaio 2019, oggi sono 14 parte dei quali ugualmente reimpiegabili sulle Lithoman. Mentre per quanto attiene al personale impiegatizio, le fuoriuscite pilotate hanno interessato oltre 20 unità.

Proprio per consentire il passaggio dalla stampa piana e dalla legatoria a quella roto, conclude Mandricardi, l’azienda è stata però sollecitata a presentare alla riunione da tenersi entro fine ottobre un piano di formazione e ricollocamento dei lavoratori (che oggi rispetto ai tre turni del passato sono impiegati a rotazione su due turni a giorni alterni) che potrà usufruire di strumenti pubblici come il Fondo imprese. Nel verbale diffuso al termine della riunione viene confermata la posizione dell’azienda rispetto alla strategicità del sito di Borgaro Torinese, la previsione – a oggi però non quantificabile – di un recupero dei ricavi nei prossimi mesi con però il rischio che un nuovo lockdown in Francia possa penalizzare ulteriormente le commesse. Per quanto riguarda invece l’utilizzo dei prepensionamenti, il verbale spiega che “in collaborazione con G. Canale & C. è in fase di elaborazione il recupero dei dati nei server”. In questo modo Elcograf “avrà la possibilità di incrociare i dati con il Libro Unico del Lavoro per comprendere meglio quali saranno i lavoratori che potranno accedere al prepensionamento”.

Nella riunione, il sindaco di Borgaro Torinese Claudio Gambino si è notevolmente speso per difendere i livelli occupazionali dei lavoratori di Borgaro Torinese. Lavoratori che avevano ricevuto, prima dell’incontro del 28 settembre, il forte sostegno dell’arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, mons. Cesare Nosiglia che aveva sottolineato come la Chiesa di Torino presti «particolare attenzione alla vicenda umana dei lavoratori della Elcograf ed esprime vicinanza e solidarietà per la particolare situazione che stanno vivendo. La priorità rimane la salvaguardia dei livelli occupazionali. Il tempo di incertezza che stiamo vivendo non aiuta, anzi amplifica, i problemi occupazionali. Invito pertanto tutte le parti coinvolte (imprese, organizzazioni sindacali e istituzioni pubbliche) a trovare i modi e le forme più opportune per dare un orizzonte ai lavoratori di diverse aziende che vivono lo stesso dramma della Elcograf. In questo particolare momento serve uno sforzo innovativo e di progettazione per il futuro, al fine di non rincorrere più le emergenze e le crisi, ma anticiparle, prevenirle. Il lavoro è e rimane il principale fattore di sviluppo della persona e di una comunità solidale», ha detto Nosiglia.

Foto da cr.piemonte.it

di Achille Perego

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