Nuovi guai giudiziari per Vittorio Farina, l’ex re degli stampatori italiani con la Ilte di Moncalieri, quella delle Pagine Gialle. Farina è infatti finito agli arresti domiciliari insieme con Andelko Aleksic e Domenico Romeo all’interno di un’indagine su mascherine non conformi che sarebbero state vendute alla Regione Lazio. E il tentativo di inserirsi nelle forniture per le scuole, sostenendo di avere la “promessa” dell’ex commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri. I tre indagati, secondo quanto riportato nei giorni scorsi dagli organi di stampa, prima ci sarebbero riusciti con 5 milioni di mascherine FFP2 e 430.000 camici piazzati al Lazio nel pieno del lockdown della scorsa primavera, poi avrebbero provato a piazzare altre partite milionarie, come quella per gli studenti, con la “promessa”, dicevano intercettati, di Arcuri che le avrebbe prese da loro “se va in rottura di stock”. I militari della Guardia di Finanza, come scrive www.lastampa.it, hanno eseguito l’ordinanza di applicazione di misure cautelari agli arresti domiciliari dei tre indagati a vario titolo per frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata. Aleksic e Farina, anche per traffico di influenze illecite.
Vittorio Farina era già stato arrestato, e poi rilasciato, nel 2017 con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Tra le contestazioni mosse dagli inquirenti c’era quella di avere venduto lo stabilimento produttivo della Ilte a Moncalieri e di avere utilizzato il ricavato (50 milioni) per finalità estranee agli interessi dell’impresa dichiarata fallita nel 2016. E con la fine della Ilte era terminata anche la trentennale stagione del Vittorio Farina re degli stampatori italiani e che lo aveva visto negli ultimi anni passare, insieme con il fratello Mario, da stampatore ad editore con l’acquisizione di Dmail (poi Netweek), società a cui fanno capo oltre sessanta testate locali, di cui Vittorio aveva lasciato le cariche direttive proprio nel 2017 e che vede come socio di maggioranza Mario Farina.
Tornando all’inchiesta mascherine, su disposizione del gip di Roma Francesca Ciranna, su richiesta del procuratore aggiunto Paolo Ielo, sono stati sequestrati anche quasi 22 milioni di euro, a carico dei 3 arrestati e della società milanese European Network, nei cui confronti è stata emessa la misura interdittiva del divieto di contrarre con la pubblica amministrazione. A seguito di una segnalazione dell’agenzia regionale della Protezione Civile del Lazio alla procura di Roma, i finanzieri del Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria avrebbero ricostruito, spiegano sempre l’articolo de www.lastampa.it e di altri quotidiani online, le vicende relative alla fornitura di 5 milioni di mascherine Ffp2 e 430 mila camici alla Regione Lazio da parte della European Network nella prima fase dell’emergenza sanitaria (tra marzo e aprile 2020), per un prezzo complessivo di circa 22 milioni di euro. A fronte dei contratti sottoscritti, che prevedevano la consegna di dispositivi di protezione individuale marcati e certificati Ce, rientranti nella categoria merceologica di prodotti ad uso medicale, l’impresa milanese facente capo ad Alekric, che fino al mese di marzo 2020 era attiva soltanto nel settore dell’editoria, avrebbe dapprima fornito documenti rilasciati da enti non rientranti tra gli organismi deputati per rilasciare la specifica attestazione e, successivamente, per superare le criticità emerse durante le procedure di sdoganamento della merce proveniente dalla Cina, avrebbe prodotto falsi certificati di conformità forniti da Romeo anche tramite una società inglese a lui riconducibile, ovvero non riferibili ai beni in realtà venduti.
«Domenico mi ha promesso che se gli arriva la lettera, autorizza quell’acquisto (…) la dovrebbe fare oggi, oggi la deve fare e oggi pomeriggio ci deve fare l’ordine». Così riporta un’intercettazione di Vittorio Farina facente parte delle carte dell’inchiesta. Lo stesso Farina avrebbe riferito a un altro indagato di un incontro con Arcuri il 3 settembre 2020. «In occasione di un ulteriore viaggio a Roma, – scrive il gip Francesca Ciranna – Vittorio Farina è riuscito ad incontrare il commissario straordinario Domenico Arcuri, come sembra emergere dai puntuali aggiornamenti effettuati da Farina ad Aleksic». Arcuri, oggetto del traffico d’influenze dei vari soggetti citati nell’inchiesta, non è però assolutamente indagato nella vicenda.