Come realizzare un’impresa intelligente, interconnessa, che diventi sempre più efficiente grazie alle nuove tecnologie, riuscendo a posizionarsi meglio rispetto ai competitor e al proprio mercato di riferimento? Negli ultimi anni si sono sempre più profilate le agevolazioni governative per supportare questa rivoluzione, proprio con l’obiettivo di dare modo alle aziende di rinnovarsi, recuperando una sostanziosa parte degli investimenti affrontati.
Partiamo dall’ABC di Transizione 4.0, ovvero dai requisiti per accedere all’agevolazione (ex iperammortamento) diventata oggi Credito d’Imposta Beni Strumentali 4.0. Macchinari ed impianti, infatti, sono beni strumentali materiali che – se interconnessi – diventano funzionali alla trasformazione tecnologia e digitale delle imprese secondo il modello “Industria 4.0”. Sono stati inseriti nell’Allegato A della Legge di Stabilità 2017 (inclusi i beni che già comprendono un software necessario per il loro funzionamento) e seguono alcuni dettami fondamentali per accedere all’agevolazione che è attiva fino alla fine del prossimo anno. Grazie infatti alla Manovra 2021 sono state prorogate al 31 dicembre 2022 le misure cardine del Piano Transizione 4.0.
Buone notizie per chi investe quest’anno, trasformando la propria azienda in un’impresa 4.0: nel 2021 sono state maggiorate le aliquote dei Beni materiali 4.0. Per le spese inferiori ai 2,5 milioni di euro la nuova aliquota è pari al 50% (il 40% nel 2022), per le spese superiori ai 2,5 milioni e fino ai 10 milioni di euro prevista un’aliquota del 30% (del 20% nel 2022) e per le spese superiore ai 10 milioni e fino ai 20 milioni di euro l’aliquota è fissata al 10% sia nel 2021 che nel 2022. Opportunità per i le PMI di investire in nuovi macchinari intelligenti.
Ma quali sono i macchinari considerati 4.0? Tutte le macchine devono avere i seguenti requisiti: innanzitutto deve essere presente il controllo per mezzo di un CNC, Computer Numerical Control, ovvero il controllo numerico diretto da un pc esterno e/o di un PLC, Programmable Logic Controller, un hardware componibile che viene adattato a seconda del processo di automatizzazione. Il secondo requisito è l’interconnessione ai sistemi informatici di fabbrica con caricamento da remoto di istruzioni e/o Part Program: significa che la macchina deve essere connessa ai sistemi informatici interni della fabbrica e scambiare con questi dati ed informazioni per il ciclo produttivo. Il collegamento deve rispondere ai protocolli pubblici e riconosciuti a livello internazionale (TCPIP, HTTP, MQTT, ecc.), attenzione: macchine, beni e impianti devono essere identificati tramite indirizzi standard, come ad esempio gli indirizzi IP. Come terzo requisito troviamo l’integrazione automatizzata con il sistema logistico della fabbrica o con la rete di fornitura e/o con altre macchine del ciclo produttivo. Seguono interfaccia uomo-macchina semplici e intuitive e la rispondenza ai più recenti standard in termini di sicurezza, salute e igiene del lavoro.
Non bastano però queste caratteristiche affinché il macchinario o l’impianto siano considerati 4.0 e quindi agevolabili. Le macchine dovranno soddisfare almeno due di questi tre parametri: sistemi di telemanutenzione e/o telediagnosi e/o controllo in remoto, monitoraggio continuo delle condizioni di lavoro e dei parametri di processo mediante opportuni set di sensori e adattività alle derive di processo e caratteristiche di integrazione tra macchina fisica e/o impianto con la modellizzazione e/o la simulazione del proprio comportamento nello svolgimento del processo (sistema cyberfisico).
Quando si beneficia della misura agevolativa? Su questo bisogna fare molta attenzione: ai fini agevolativi, se un macchinario risponde a tutte le caratteristiche dei beni materiali 4.0, ma l’azienda non ha una rete che interconnetta i macchinari, il bene verrà considerato come bene strumentale ordinario. A questo proposito esistono software house specializzate per l’interconnessione dei macchinari che può disegnare la soluzione più adatta e meno dispendiosa per risolvere questo aspetto. Un aspetto che a volte frena un iniziale desiderio d’innovare.