Il futuro di Cerutti di Casale Monferrato, l’azienda che proprio quest’anno celebra il suo primo secolo di vita e che ha scritto gran parte delle pagine di storia legate alla stampa rotocalco nel mondo, sembra finalmente diventato meno nero. Nei giorni scorsi, infatti, come riporta il Corriere della Sera, si è fatta avanti – dopo che non avevano avuto esito, anche per la pandemia, possibili interventi da parte anche di gruppi esteri – una cordata tricolore di imprenditori per il salvataggio, dei rami in fallimento di Cerutti. Azienda che, dopo i fasti del passato, di fronte alla crisi della carta, con il crollo delle tirature di riviste, periodici e cataloghi – quelli che da sempre rappresentavano il core business del rotocalco nella competizione con il rotooffset – ha vissuto negli ultimi anni una grande difficoltà, sia sul fronte di nuove installazioni sia su quello della manutenzione di impianti che non girano più come una volta. Una crisi acuita dall’emergenza Covid e che aveva messo a rischio anche i progetti di rilancio affidati alla newco Gruppo Cerutti, nata nel settembre del 2020 dal fallimento di Officine Meccaniche Cerutti di Casale e di Cerutti Packaging Equipment di Vercelli.
Dopo settimane nelle quali i lavoratori (290 tra gli attuali 130 e gli esuberi del 2020) e i sindacati avevano temuto il peggio, la partita Cerutti in mano ai curatori fallimentari avrebbe avuto una svolta positiva.
La cordata composta da Marco Drago (presidente di De Agostini), Diana Bracco, Ernesto Pellegrini e Franco Goglio, con il supporto dell’avvocato Paolo Montironi, come riporta il Corsera, ha presentato, infatti, il 3 maggio una prima manifestazione di interesse, integrata poi il 12 maggio, per rilevare le Officine Meccaniche Cerutti e Cerutti Packaging Equipment. A fianco degli imprenditori dovrebbe intervenire anche Invitalia, l’agenzia del ministero dell’Economia che si è detta interessata e che dovrebbe scendere in campo attraverso il Fondo Salvaguardia Imprese che acquisisce partecipazioni dirette di minoranza nel capitale dei marchi storici per rilanciarli.
L’operazione – spiega la nota – diffusa dalla cordata nei giorni scorsi con il nuovo management già impegnato negli incontri con i sindacati, la curatela e le istituzioni locali, “intende rilanciare l’attività del gruppo Cerutti che, ancorché indebolito dalla crisi che lo ha colpito, rappresenta ancora un patrimonio di eccellenza per l’industria del settore, per il territorio e per il tessuto sociale circostante”. L’obiettivo – aggiungeva sempre la nota – “è quello di mantenere la massima integrità e autonomia, evitando così che Cerutti diventi un piccolo reparto all’interno di società di gruppi stranieri”.
La futura nuova proprietà dell’azienda casalese ha già annunciato quindi di volere completare le commesse che hanno già iniziato il loro ciclo produttivo (o le linee in costruzione) al momento dell’apertura della procedura e non ancora terminate e si dice convinta di potere rilanciare Cerutti nei suoi business tradizionali, in particolare con una focalizzazione sul mercato della rotocalco per la stampa di imballaggi, di elementi di sicurezza per banconote nonché di impianti per il converting.
L’intenzione della cordata, infine, è quella di corrispondere un prezzo congruo, a beneficio dei creditori, e di assumere nell’ambito del perimetro aziendale “un numero di addetti sufficiente a una operatività piena della ricostituita impresa integra nel suo core business, con la possibilità di ulteriori crescite occupazionali sulla base del positivo sviluppo di un nuovo piano industriale”.
di Achille Perego