Le normative in tema di sprechi alimentari le renderanno presto obbligatorie, aprendo nuove opportunità a designer e stampatori
Le doggy bag potrebbero diventare obbligatoria in tutti i ristoranti. È l’obiettivo di due proposte di legge – la prima, depositata al senato da Mara Bizzotto, la seconda alla Camera da Giandiego Gatta – al vaglio del Parlamento italiano. Secondo ilSole24ore, l’abitudine di portare a casa gli avanzi della cena consumata al ristorante è ormai legge in diversi Paesi come Francia, Spagna e Stati Uniti.
E in Italia? Un’indagine presentata da Fipe Confcommercio e Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base cellulosica) mostra come solo il 15,5% degli italiani abbia la consuetudine di portare a casa il cibo non consumato, percentuale che scende all’11,8% nel caso del vino, sebbene la maggior parte dei ristoratori (91,8%) sia attrezzata in tal senso. Nonostante ciò il 74% degli italiani è favorevole alla possibilità di portare a casa il cibo che non è riuscito a consumare e per il 22% questa possibilità incide sulla scelta del ristorante. Secondo un ristoratore su due la scarsa richiesta è giustificata dall’imbarazzo del cliente a richiedere un contenitore per portare via gli avanzi, ma spesso anche da scomodità e indifferenza.
Non sono mancate negli anni le iniziative volte a incentivare l’utilizzo di queste confezioni d’asporto. Nel 2015 Comieco, in collaborazione con Slow Food Italia, e il coordinamento dell’architetto Michele De Lucchi e del professor Andrea Kerbaker hanno lanciato il progetto Se avanzo mangiatemi: tre confezioni d’autore progettate dai designer Francesco Faccin, Giulio Iacchetti e Matteo Ragni con Chiara Moreschi e illustrate da Beppe Giacobbe, Guido Scarabottolo e Olimpia Zagnoli.
Nel 2018 Fipe e Comieco avevano promosso il progetto Rimpiattino, distribuendo ai ristoranti aderenti all’iniziativa contenitori di carta dal design curato ad hoc, per un totale di 24mila distribuiti tra 875 ristoranti di 22 città. Attualmente sono in fase di distribuzione oltre 20mila contenitori, creati dai due designer Giulio Iacchetti e Guido Scarabottolo, a disposizione dei ristoratori su base volontaria. Contemporaneamente è stata presentata la nuova funzionalità dell’app Spreco Metro, sviluppata da Fipe in collaborazione con l’Osservatorio Waste Watcher International, volta a misurare gli sprechi alimentari al di fuori delle mura domestiche.
Insomma il tema dello spreco alimentare resta centrale nella progettazione di packaging e per designer e stampatori questo coincide con la possibilità di sperimentare con formati, materiali e dimensioni diverse a seconda della tipologia di cibo che le scatole andranno a contenere.