L’industria cartaria chiede al Governo di non spiazzare le imprese riducendo, a ritroso, il termine per l’utilizzo dei crediti di imposta
Durante il convegno di apertura di MIAC 2023 intitolato “La competitività dell’industria cartaria. Tra costi energetici e decarbonizzazione” a cura di Assocarta e Confindustria Toscana Nord, partner ufficiali della Mostra, si è svolta una tavola rotonda, moderata da Silvia Ognibene del Corriere Fiorentino e collaboratrice Reuters, alla quale sono intervenuti il Presidente di Assocarta Lorenzo Poli, il Vice Presidente di Confindustria Toscana Nord Tiziano Pieretti e il Presidente GSE (Gestore Servizi Energetici) Paolo Arrigoni; conclusioni del convegno a cura dell’Assessore all’Economia, attività produttive, politiche del credito e turismo della Regione Toscana Leonardo Marras.
La dichiarazione del Presidente del GSE Paolo Arrigoni
“Nel settore cartario il fabbisogno di energia elettrica e termica riveste un ruolo determinante nella gestione e mantenimento di competitività di tali processi produttivi. Il GSE supporta il settore, che ha sempre prestato massima attenzione all’efficienza dei processi sotto il profilo energetico, con l’erogazione di incentivi sia lato produzione, attraverso la cogenerazione, sia lato utilizzo con progetti di efficienza energetica.”
I commenti del Presidente di Assocarta Lorenzo Poli
“Nell’attuale contesto inflattivo che vede un aumento dei tassi di interesse, forte ostacolo agli investimenti in decarbonizzazione e innovazione, diventa ancora più essenziale una politica industriale che metta le aziende della nostra filiera nelle stesse condizioni competitive dei nostri concorrenti europei ed extraeuropei. La nostra competitività è in ‘apnea’ a causa del gap tra la bolletta energetica italiana e quella europea. Francia a Germania, ad esempio, hanno ricevuto sostegni al caro energia sotto varie forme. Pertanto, l’industria cartaria italiana chiede al Governo una misura ‘ponte’ come quella dei crediti d’imposta, una ‘garanzia assicurativa’ verso altre di medio periodo e chiede altresì di non mettere in difficoltà le imprese energivore andando a modificare a ritroso i termini di utilizzo dei crediti di imposta 2023.
Ci riferiamo, in particolare, ad una gas release, dedicata ai settori industriali (rispetto al quale è fondamentale rimuovere il cap previsto per legge) e ad una electricity release, con la previsione di meccanismi che accelerino gli investimenti in decarbonizzazione. Inoltre, le risorse raccolte con le quote ETS devono tornare all¹industria nella misura prevista dalle norme europee per finanziare la decarbonizzazione.
Si stima che nei primi sette mesi di quest’anno la bolletta del gas del settore cartario sia stata di 624 milioni di euro, con un’incidenza sul fatturato di circa il 12%, quando tra il 2020 e il 2022 l’incidenza sul fatturato del costo del gas è passata dal 4,2% al 30,2%. Mentre il prezzo medio mensile di settembre 2023 per l’energia elettrica è stato pari a circa 116 euro/MWh che rimane, comunque, il più alto rispetto a Francia, Germania e Spagna.
Inoltre, dopo i continui aumenti iniziati a marzo 2020, le quotazioni dei crediti di emissioni di CO2, si sono assestate su valori molto elevati: 85 €/ton nella media dei primi mesi del 2023, ovvero oltre tre volte i valori di partenza (25 €/ton medi nel periodo 2019-2020).
L’apnea competitiva diviene concorrenza sleale se consideriamo le aree extra Ue, come Turchia, Asia e il continente americano, dove i costi energetici sono più bassi e le conseguenze del conflitto ucraino sono minime.
Va però sottolineato che gli investimenti e la resilienza del comparto cartario italiano, pur nella congiuntura difficile che stiamo vivendo, confermano l’Italia leader, a livello europeo, nella produzione di carta per l’utilizzo domestico e sanitario e secondo produttore europeo, dopo la Germania, sia per volumi complessivi di carta prodotta (10,2% dei volumi europei) che per l’utilizzo di carta da riciclare (11,4% dei volumi europei).
Il raggiungimento dell’obiettivo di riciclo dell’85% per gli imballaggi in carta è ormai un dato consolidato, largamente in anticipo sulle scadenze europee. Più in generale, dopo i massimi storici raggiunti nel 2021, il tasso di circolarità (tasso di utilizzo) si è collocato nel 2022 sul 62% mentre il tasso di raccolta è stato pari al 61,7%, dopo aver toccato il valore massimo nel 2020 (70,8%).”
I commenti del Vice Presidente di Confindustria Toscana Nord Tiziano Pieretti
“Il distretto cartario di Lucca e Pistoia risente anch’esso, come tutto il settore a livello italiano, del gap dei costi energetici che penalizza le imprese nazionali. I forti investimenti effettuati negli anni dalle imprese lucchesi in direzione della decarbonizzazione da un lato, del potenziamento dell’autoproduzione dall’altro, hanno portato risultati positivi, che ci stanno aiutando a gestire questa fase già complicata e probabilmente destinata a diventarlo ancora di più. Con l’aprirsi di un nuovo fronte di guerra è facile prevedere che i prezzi di gas ed energia elettrica, sensibilissimi alle crisi internazionali, possano vivere una nuova stagione di impennate.
È fondamentale che a livello nazionale venga fatto tutto il possibile per sostenere le imprese: sì quindi ai crediti di imposta, sì a gas release ed electricity release, sì al sostegno alla decarbonizzazione anche attraverso i proventi ETS, maturati negli scambi di quote di emissione. Sarebbe importante anche consentire e normare adeguatamente le comunità energetiche per il settore industriale.
Ma c’è anche un livello regionale che avrebbe un ruolo importante nell’incoraggiare gli investimenti in energie rinnovabili o provenienti da scarti non riutilizzabili. Dico ‘avrebbe’ perché nella realtà toscana questo ruolo è ben poco esercitato. Nell’area di riferimento di Confindustria Toscana Nord ci sono consorzi pronti a investire ma bloccati di fatto dalle difficoltà di localizzazione di impianti fotovoltaici e di realizzazione di impianti a biomasse, nel caso di questi ultimi anche per problemi di reperibilità del materiale. E non dobbiamo mai dimenticare che l’ostilità della Regione Toscana rispetto alla termovalorizzazione non lascia solo aperta la questione dello smaltimento dei rifiuti, inclusi gli scarti di pulper, ma inibisce di fatto anche la generazione di energia da questi materiali. Considerazioni analoghe valgono anche per i fanghi che residuano dalla depurazione delle acque. Quello dell’energia è un capitolo troppo importante per trascurare le opportunità che ci sono: non possiamo permettercelo da nessun punto di vista, né economico né ambientale.”
I dati sul settore cartario italiano
La produzione complessiva del settore ha presentato nei primi sette mesi dell’anno in corso un sensibile ripiegamento (-19,4%), rispetto ai volumi sostanzialmente stabili dello stesso periodo 2022 (+0,6% sul 2021) mentre il fatturato – metà del quale proveniente da vendite oltre confine – è stimato in riduzione del 24,5% sul valore in forte rialzo dei sette mesi 2022 (+53,5% sul 2021), per i tentativi delle imprese di recuperare, almeno in parte, gli inimmaginabili record raggiunti nel corso del 2022 dai costi delle materie prime, soprattutto energetiche. L’andamento produttivo riflette una domanda interna di prodotti cartari (stimata dal dato di consumo apparente) in riduzione del 18,5% nel primo semestre 2023, rispetto ai volumi in buona espansione dello stesso periodo 2022 (+11,9% sul 2021). In calo la produzione di carte e cartoni per imballaggio (-15,6% sui sette mesi 2022) i cui volumi si sono però confermati solo poco al di sopra di quelli del biennio pre-pandemia (+0,5/+0,8% rispetto ai sette mesi 2018-2019). Più contenuta la riduzione dei volumi di carte per usi igienico-sanitari (-2,4%) mentre la produzione di carte per usi grafici (-43,8%), risulta più che dimezzata rispetto ai volumi dello stesso periodo del biennio 2018-2019, andamento connesso a riconversioni di impianti verso prodotti con migliori prospettive di mercato.
I dati sul settore cartario del distretto Lucca-Pistoia
Il distretto cartario di Lucca e Pistoia conta 325 imprese, di cui 232 del settore carta-cartotecnica e 93 impegnate nella produzione di macchine per l’industria cartaria. Gli occupati sono in tutto 10.252, nei due settori rispettivamente 7.580 e 2.673 (dati Istat 2020, gli ultimi disponibili). Il 2022 si è chiuso con dati positivi rispetto all’anno precedente. Per la carta-cartotecnica +0,2% di produzione e +60,6% di export; i paesi di destinazione dell’export sono stati quasi esclusivamente europei, in testa a tutti Francia e Germania. Per le macchine per la carta il 2022 si è chiuso invece con +3% di produzione e +13,1% di export. Come destinazione dell’export America e Europa si equivalgono (rispettivamente 39% e 38%); i primi mercati sono stati USA e Messico. Per entrambi i settori va ricordato che il dato dell’export è espresso in valori ed è legato quindi alle dinamiche dei prezzi, a loro volta condizionati dall’andamento dell’inflazione. Nel primo semestre 2023 la produzione industriale delle imprese cartarie ha registrato una contrazione di -0,9%, a fronte di un incremento dell’export di +4,3%; per le macchine per la carta -1,6% di produzione e -23% di export (per produzione ed export dati propri di Confindustria Toscana Nord e Istat).