Un trend emergente rileva la riduzione le dimensioni degli imballaggi fino a eliminarli. Per alcuni è una strategia vincente, ma esistono delle perplessità
Nell’industria cosmetica, da sempre, il packaging riveste un ruolo fondamentale. Negli ultimi anni, nel tentativo di soddisfare le richieste del mercato, sempre più brand hanno abbracciato le sfide della sostenibilità. Non solo migliorando formule e ingredienti, ma anche investendo in soluzioni alternative per ridurre l’impatto ambientale delle proprie confezioni. Le innovazioni sul fronte della ricerca e sviluppo hanno condotto all’introduzione sul mercato di packaging realizzati con materiali compostabili, come la plastica biodegradabile a base di amido di mais o cellulosa. Contestualmente, stiamo assistendo all’emergere di una nuova tendenza che potrebbe condizionare le sorti della filiera, cioè quella di ridurre progressivamente le dimensioni degli imballaggi fino a eliminarli completamente.
Tra i pionieri di questa rivoluzione c’è l’azienda Lush: circa il 66% del totale della gamma di prodotti per la cura della pelle e dei capelli è composta da cosmetici senza packaging. Trovare alternative al packaging tradizionale è una strategia che l’azienda ha adottato da alcuni anni, a partire dallo slogan “Packaging is rubbish” lanciato in occasione dell’inaugurazione del suo primo naked shop a Milano, nel 2018. Oggi nel punto vendita di via Torino cosmetici e saponi sono ancora esposti sugli scaffali “nudi e crudi”, senza packaging. Gli unici imballaggi ammessi sono progettati per essere riutilizzati nella maggior parte dei casi (scatole in latta, confezioni in sughero, buste in plastica riciclata). Anche le informazioni sui prodotti sono stampate su carta riciclata.
Qualcuno già parla di naked revolution, anche alla luce delle ultime novità introdotte a livello europeo dal Green Deal in materia di green packaging. Dal 2030 tutti gli imballaggi dovranno essere riciclabili e sono inoltre previsti requisiti minimi legati alla presenza di materiale riciclato anche negli imballaggi in plastica. Nonostante le buone intenzioni, una recente indagine di mercato ha svelato che solo il 23,4% dei consumatori utilizza effettivamente prodotti per la cura della pelle “sfusi” o ricaricabili. Quel che è certo è che il trend del cosmetico “nudo e crudo” sta facendo emergere nuove modalità di presentazione e vendita dei prodotti che, in alcuni segmenti di mercato, possono risultare vincenti. Al contempo, per i brand di fascia alta, un packaging curato rappresenta ancora un valore aggiunto non trascurabile. L’assenza di imballaggio suscita, inoltre, alcune perplessità inerenti alla sicurezza del contenuto. Non tutte le formulazioni si prestano a essere vendute in forma sfusa e l’assenza di un involucro potrebbe andare a compromettere le originali funzionalità di alcuni prodotti, compromettendo l’esperienza dell’utente e la fiducia nel brand.