Cartiere italiane a rischio chiusura a causa delle problematiche cruciali legate alla crisi energetica

Il vento della crisi si abbatte sulle cartiere italiane, abbiamo raccolto alcuni dei principali articoli di cronaca pubblicati sui quotidiani nazionali e locali che fanno luce sulla situazione.

L’articolo de Il Corriere della Sera del 22 settembre 2022:

“Non escludiamo il blocco completo degli stabilimenti – dice il direttore generale Assocarta/Massimo Medugno –. Tante aziende sono ricorse alla cassa integrazione e la situazione peggiorerà ancora di più quando scadranno i contratti per le forniture a tariffa fissa. Adesso nessuno riesce a ottenere gli stessi accordi. Prima la voce energia pesava appena il 25% sull’articolo finale, oggi il 50%, più della manodopera. Se scaricassimo a terra l’aggravio per intero, verremmo travolti dalla concorrenza estera». Paesi meno dipendenti dal gas russo infatti stanno concedendo preventivi più bassi. Se il dibattito interno è impantanato sulla possibilità per lo Stato di mettere un tetto ai rincari, in provincia di Frosinone c’è chi sopravvive grazie alle rinnovabili.

È il caso delle Cartiere di Guarcino, società che conta 195 impiegati, 50 mila tonnellate di stampe annuali e una previsione di bilancio di 90 milioni di euro di valore aggiunto. Un impianto di cogenerazione consente alla proprietà di autoprodurre il 40% del fabbisogno energetico. «L’impatto dei rialzi sui margini di guadagno si sente comunque – sottolinea Massimo Giorgilli, amministratore delegato di Cartiere di Guarcino –. Dalla preparazione dell’impasto alla movimentazione dei cilindri non c’è fase della catena che non sia energivora. A fine luglio 2021 la bolletta ammontava a 700 mila euro, oggi a 10 milioni. Finora non siamo ricorsi alla previdenza sociale, ma le nuove proposte di contratto non soddisfano tutti i nostri clienti: i sovraprezzi sono stati accettati solo da quelle ditte che guardano al medio e lungo termine”.

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Leggiamo su Udine Today del 19 settembre 2022:

Si ferma la cartiera Burgo di Tolmezzo. Oggetto del provvedimento le linee continue di produzione della carta, le taglierine, le rismatrici, l’imballo dei rotoli, Vengono lasciati a casa complessivamente 240 dipendenti. La comunicazione della direzione è arrivata ieri mattina. La motivazione principale è legata al costo, ormai elevatissimo, dell’energia elettrica e del gas. Il prezzo è passato da 25 euro al megawattora nel 2021 ai 180 euro necessari oggi per lo stesso quantitativo di energia.

Dal 19 al 28 settembre resteranno ferme le linee “Uno” e “Tre” e del reparto “Allestimento”. Già il 4 settembre era scatto il fermo del reparto “Cellulosa”. In questo caso erano rimasti coinvolti una cinquantina di dipendenti. Orari e modalità delle operazioni di fermo che parte la prossima settimana saranno rese note a breve. In pratica verranno mantenuti in attività solo il servizio manutentivo e quello di spedizione. Dopo la sigla del verbale di cassa integrazione ordinaria di un paio di settimane fa per mancanza di materie prime e componenti che durerà fino al 2 ottobre, ora si pensa a diverse opzioni.

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Frosinone Today del 27 settembre 2022 riporta:

Reno De Medici, i sindacati si appellano la prefetto Liguori per accelerare la riapertura. Le maestranze hanno chiesto la convocazione di un tavolo tecnico con la proprietà, l’amministratore giudiziario e un rappresentante della Regione per discutere anche della scadenza dell’AIA. L’ennesima richiesta di incontro, questa volta con il prefetto, per arrivare a porre fine alla vicenda Reno De Medici. Le organizzazioni sindacali che rappresentano gli operai della cartiera di Villa Santa Lucia, ferma da oltre un mese, hanno chiesto a sua Ernesto Liguori, la convocazione di un tavolo tecnico tra l’azienda, l’amministratore giudiziario della AeA e per avere ‘la presenza di un rappresentante della Regione Lazio dal momento che rilevante, nella vertenza, la validità dell’autorizzazione rilasciata dallo stesso ente’.

Un confronto che è l’ultimo atto di un braccio di ferro che oramai va andati da mesi e che vede da un lato la Procura di Cassino e l’amministratore giudiziario da essa nominato, il dottor Barillaro, chiede la messa in sicurezza del depuratore interno all’industria cartaria, dall’altra i vertici della Reno De Medici che pur prendendo atto della necessità di mettere a norma l’impianto, non riescono a trovare un punto di incontro.

L’attuale blocco della produzione scaturisce dalla non possibilità, secondo l’azienda, di scaricare nei parametri consentiti dalla Legge. L’autorità giudiziaria infatti ha revocato le deroghe che sono illegali. E dopo il riadeguamento dell’impianto di depurazione del Cosilam, non è più possibile far confluire al suo interno portate di acque nere superiori alla norma. L’unica soluzione per far ripartire la produzione, secondo la Procura, è quella di rendere fruibile in maniera adeguata il depuratore interno alla cartiera.

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Ci sono anche buone notizie

Si legge su La Nazione del 25 settembre 2022:

Un sospiro di sollievo. Dopo i timori vissuti dall’azienda, “Cartiere Trevi è in grado di assicurare continuità delle forniture energetiche attraverso la sigla di un contratto con una primaria multinazionale del settore in grado di soddisfare il fabbisogno annuale”. Rassicurazioni fornite ieri dall’amministratore delegato Franco Graziosi in occasione dell’Open Day Carta Circuito vissuta all’insegna del riciclo della carta allo stabilimento di Trevi. Oltre 450 persone guidate dai dipendenti della cartiera nell’arco della giornata, lungo un percorso che ha consentito di far osservare il processo di trasformazione della carta da macero in nuovo prodotto. Un appuntamento abituale per il territorio che raccoglie ogni anno un’ampia partecipazione.

I più piccoli si sono divertiti con i laboratori sulla carta. Nel corso della giornata è stato tagliato il nastro dei nuovi impianti 4.0 alla presenza del direttore generale di Assocarta Massimo Medugno, Andrea Di Matteo e Domenico Taschini in rappresentanza di Confindustria Umbria. Non sono mancate le atlete della Trevi Volley, che Cartiere di Trevi sostiene in qualità di sponsor. “L’Umbria è una regione virtuosa in termini di raccolta differenziata e ci auguriamo – ha sottolineato Cristiana Graziosi, presidente di Cartiere Trevi – che il nostro costante impegno nel sensibilizzare l’opinione pubblica verso questo tema possa costituire uno slancio per tutti i cittadini ad adottare comportamenti sempre più sostenibili”. Cartiere di Trevi che conta 65 dipendenti, produce annualmente circa 63.000 tonnellate di carta e cartoncini riciclati utilizzando esclusivamente carta da macero per un totale di circa 72.000 tonnellate all’anno, provenienti dalla differenziata.

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 Il Giornale di Brescia del 22 settembre annuncia: 

Contrordine. Si riapre. Dopo l’annunciato stop di 10 giorni, per via dei costi elevati dell’energia elettrica, previsto dal 17 al 26 settembre, a sorpresa anche per i lavoratori, la Cartiera Mosaico di Toscolano Maderno (gruppo Burgo) riapre. Stop alla manutenzione che ha interessato un manipolo di operai e da oggi si torna a produrre carta speciale anche per alimenti. Stop alla cassa integrazione e stop alle inattese ferie forzate per i 217 operai. «Ferie non previste. Da smaltire prima di iniziare la cassa. E pensare che volevo farle più avanti, quando mia moglie smette di lavorare a fine stagione turistica. Meglio così, se si riprende» si racconta in piazza a Gargnano.

Una decisione inaspettata, maturata nelle prime ore di ieri: “perché si è registrato un calo nei costi energetici», spiega un operaio di Toscolano Maderno, che ieri mattina è stato chiamato dal caposquadra. «Potevano anche informarci prima, non stamattina» chiosa un collega sempre di Toscolano. Ogni responsabile di reparto ieri ha inviato un messaggio o ha telefonato ai colleghi. “Basta ferie e basta cassa. Si riprende il lavoro domattina”. E chi ha voluto essere certo, dovendo tornare dal mare o dalla montagna, ha contattato l’azienda. «Si riparte domani» hanno confermato dal quartier generale. Una boccata d’ossigeno per i lavoratori e le loro famiglie sparsi nell’Alto Garda, decisamente preoccupati per il futuro dell’azienda.

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