Fin a oggi la pausa estiva ha aiutato le cartiere ad attutire l’impennata dei prezzi dell’energia, ma quali sono le misure in fase di studio per arginare l’emergenza?
In queste ultime settimane sono apparsi su molti quotidiani e testate online una serie di articoli legati alle drammatiche problematiche legate ai rincari folli dei prezzi dell’energia, laddove le quotazioni del gas hanno toccati i massimi storici di oltre 320 euro per megawattora. Al centro del dibattito l’industria cartaria e in generale la filiera di carta e grafica che ha visto in prima linea Lorenzo Poli, presidente di Assocarta, e Massimo Medugno, direttore dell’Associazione. Vediamo quali sono i punti salienti della situazione attuale.
- Alcune aziende cartarie a causa della pressione altissima, causata dalla crisi energetica hanno deciso di rimandare la ripresa delle attività ai primi di settembre per prendere tempo rispetto alla decisione sul da farsi rispetto al livello di costi da sostenere. Avere costi energetici molto alti in questa fase significa non riuscire a trovare più il giusto equilibrio economico per garantire la produzione. Molte aziende rischiano di non riaprire.
- Il problema più impellente in questa situazione è trovare nuovi fornitori di energia. molti fornitori non sembrano disposti a rinnovare i contratti in scadenza. A ottobre inizia l’anno termico, ma a oggi molte aziende fanno fatica a trovare offerte per rinnovare le forniture. Senza contratti non c’è alternativa al fermo delle attività.
- A rischio anche un sistema che lo scorso anno ha addirittura superato l’obiettivo europeo dell’85% di riciclo di carta e cartone fissato per il 2030 con oltre 5 milioni di tonnellate di macero. Gli effetti di un eventuale fermo dell’industria cartaria si ripercuoterebbero su tutta la filiera, fino a compromettere servizi di raccolta differenziata. Al momento sono ancora attive le normali attività di ritiro, ma se l’attività delle aziende cartarie rallenta cambiano anche le esigenze del settore in termini di quantità di fibre da riciclare.
- Un altro problema riguarda gli investimenti da pianificare come tutte le imprese, anche le cartiere hanno degli impegni commerciali. Con questa instabilità del prezzo dell’energia diventa impossibile fare previsioni di spesa e programmare eventuali investimenti ma non solo: risulta critica anche l’attività di preventivazione, considerando che al momento le cartiere non si sta scaricando il costo dell’energia sui clienti.
Le misure in corso di definizione:
In questa logica, stabilire un tetto fisso dell’energia, può certamente essere d’aiuto, l’appello della filiera riguarda infatti un ‘price cap’ europeo e vendite calmierate di energia rinnovabili.
- In sede di Commissione Europea le recenti aperture all’adozione di un tetto europeo al prezzo del gas, in vista del consiglio dei ministri dell’energia dell’UE previsto per il prossimo 9 settembre, fanno ben sperare.
- A livello nazionale il Governo sta lavorando al rinnovo del credito d’imposta per il quarto trimestre consecutivo, ma sarebbe d’aiuto anche la ‘electricity release’, già prevista da uno dei decreti ‘aiuti’, che consentirebbe di immettere sul mercato energia rinnovabile a prezzi ragionevoli. Una misura che consentirebbe ad abbassare i costi supportando anche i processi di decarbonizzazione.